venerdì 15 giugno 2012

WIDE AWAKE - Katy Perry

"Thunder rumbling
Castles crumbling
I am trying to hold on
God knows that I tried
Seeing the bright side
But I’m not blind anymore…
I’m wide awake
I’m wide awake"
E così è arrivato il primo addio
La prima delle ultime volte. 
Il primo di innumerevoli saluti a qualcuno e a qualcosa che ha partecipato alla mia vita e che, nel suo piccolo, ha contribuito a cambiarla.

La prima volta che ho salutato la pallavolo, più di dieci anni fa, l'ho fatto inconsapevolmente, senza rendermene quasi conto, ufficialmente per una distorsione al ginocchio ma in fondo, forse, solo per pigrizia. All'epoca non avevo sofferto troppo della cosa, salvo poi pentirmene amaramente negli anni a seguire.

Ora, invece, il mio addio è molto più consapevole e sofferto.
Ieri sera, per l'ultima volta, mi sono svestita, ho indossato i pantaloncini, il reggiseno sportivo e le ginocchiere. 
Ieri sera, per l'ultima volta, ho svolto il riscaldamento pre partita. 
Ieri sera, per l'ultima volta, ho visto il mondo attraverso una rete di pallavolo in una caldissima palestra milanese. 
Ieri sera...

Finito il campionato, passata anche la partita con amici e familiari e la pizzata di fine anno, non mancava che il saluto finale. 
Ho anche detto addio a un gruppo che, nel bene e nel male, mi ha insegnato tanto. 
Ho detto addio alle orribili magliette viola, al panino con la nutella post-partita, alle trasferte in palestre a dir poco oscene, alla puzza di certi spogliatoi. 
Ho detto addio alla pallavolo e ad alcune persone che, sono certa, non mi mancheranno particolarmente in futuro. 
Ho detto addio al mio allenatore, con un abbraccio colmo di tenerezza e, quasi quasi, di magone.
Ecco, fortunatamente, ancora non ho detto addio alle mie compagne speciali: C, M, S...
Però l'abbraccio finale con E, così stretto, lungo e sentito, mi ha fatto pensare che quello, forse, era davvero l'ultimo.

E dopo questi abbracci, questi baci, i reciproci in bocca al lupo, seduta sul sedile posteriore di una macchina, quasi quasi la prima lacrima di commozione stava per scendere. 
Perchè puoi avere davanti a te le prospettive più belle del mondo, i mesi più felici della tua vita ma quando si chiude qualcosa che per te è stato speciale le emozioni prendono il sopravvento. 
E a me piace così. 
Ho sempre desiderato vivere al massimo, traboccante di esperienze e di emozioni. 
E quindi ecco a godermele tutte queste sensazioni, le prime di tante, ne sono certa, che segneranno i miei ultimi mesi in questo Paese.


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