The road is now a sudden sea
And suddenly, you're deep enough
To lay your armor down"
And suddenly, you're deep enough
To lay your armor down"
Più passano gli anni e più mi convinco di una cosa, la vita
è veramente strana, anzi, al limite dell’assurdo.
Lo scorso venerdì è
successo qualcosa che mi ha fatto pensare molto su come le nostre vite prendano
direzioni particolari senza che a volte neppure ce ne accorgiamo, senza che la
nostra mente percepisca che qualcosa o qualcuno ci sta indirizzando verso una
certa direzione.
Ma torniamo a venerdì scorso. Una giornata come tante altre
in cui vado al lavoro e dal lavoro diretta a pallavolo, dopo essere passata a
prendere la mia compagna di pallavolo C. Facciamo come al solito allenamento e
poi salgo sulla mia macchinina, carico C. e la riporto a casa, una piccola
deviazione quella che mi fa lasciare la strada di casa per accompagnare lei. E
così alle 10.45 sono in autostrada, verso la mia casetta di provincia. Passano pochi
kilometri e mi trovo davanti uno schermo autostradale, uno di quelli che avvisa
di mettere sempre le cinture, di fare attenzione al tutor che controlla la
velocità. Ebbene su quel cartello questa volta ad attirare la mia attenzione è
stata una scritta davvero inconsueta:
ATTENZIONE! VEICOLO IN CONTROMANO!
Cosa? Stiamo scherzando? Nessuno scherzo… Io, un po’
intimorita decido di spostarmi in prima corsia e procedere con un’andatura
molto blanda pronta a scappare sulla corsia di emergenza nel momento del
bisogno.
Nel frattempo, accanto a me, le macchine (tante) continuano a sfrecciare senza sosta a velocità tutt’altro che limitate. Due/tre kilometri dopo i miei occhi hanno assistito all’Apocalisse. L’incidente più brutto che abbia mai visto. Una, due, tre macchine incidentate e ferme in mezzo alla strada, due carcasse di auto/moto in fiamme, detriti ovunque, persone disperate in mezzo alla strada ed entrambi i sensi di marcia fermi. Davanti a me una cortissima coda di automobili, giusto una trentina di veicoli che pian piano, sulla corsia di emergenza, si fanno spazio sulla strada. Ho avuto la fortuna di passare subito, di non fermarmi in coda nemmeno un minuto, con la consapevolezza però che l’incidente fosse capitato solo qualche minuto prima del mio arrivo.
Nel frattempo, accanto a me, le macchine (tante) continuano a sfrecciare senza sosta a velocità tutt’altro che limitate. Due/tre kilometri dopo i miei occhi hanno assistito all’Apocalisse. L’incidente più brutto che abbia mai visto. Una, due, tre macchine incidentate e ferme in mezzo alla strada, due carcasse di auto/moto in fiamme, detriti ovunque, persone disperate in mezzo alla strada ed entrambi i sensi di marcia fermi. Davanti a me una cortissima coda di automobili, giusto una trentina di veicoli che pian piano, sulla corsia di emergenza, si fanno spazio sulla strada. Ho avuto la fortuna di passare subito, di non fermarmi in coda nemmeno un minuto, con la consapevolezza però che l’incidente fosse capitato solo qualche minuto prima del mio arrivo.
Così, effettivamente, è stato. Quella sera un militare ha imboccato
contromano l’autostrada. Alcune macchine sono miracolosamente riuscite ad
evitarlo rimediando solo qualche bozzo qua e là oltre ad uno spavento
esagerato. Una macchina, invece, si è vista arrivare dritta dritta in faccia lo
scooterone su cui viaggiava il militare che, dopo lo scontro è stato sbalzato
sull’altro lato della carreggiata. Risultato un morto e due feriti. Il tutto è
successo alle ore 23.00 di venerdì sera. La sottoscritta è passata esattamente
in quel punto alle ore 23.05 della stessa sera. Cazzo!
E allora la riflessione è d’obbligo. E se non avessi portato
a casa C.? E se l’allenamento fosse finito cinque e dico cinque minuti prima?
Cosa sarebbe successo? Ovviamente non lo so e mai lo saprò, però questi
piccoli/grandi casi del destino non riescono a lasciarmi indifferente, non mi
fanno smettere di pensare a cosa sarebbe successo alla mia vita…
Eventi straordinari come questo, poi, hanno un grande,
immenso potere, quello di farmi capire ancor di più (in caso ce ne fosse
bisogno) che la vita ci sfugge tra le dita, che mentre sopravviviamo, aspettando
che le cose vadano meglio o che le persone si accorgano di noi, noi in realtà
questa vita non la stiamo davvero vivendo. Semplicemente ci trasciniamo,
impauriti dai cambiamenti, dalle scelte che possono stravolgerci la vita, dall’opinione
delle persone che ci circondano.
Beh IO A QUESTO GIOCO NON VOGLIO Più GIOCARE.
Io la mia vita la voglio prendere in mano, correndo tutti i rischi del caso, deludendo le altre persone ma cercando in tutti i modi possibili di soddisfare i sogni, i MIEI e solo miei sogni.
Beh IO A QUESTO GIOCO NON VOGLIO Più GIOCARE.
Io la mia vita la voglio prendere in mano, correndo tutti i rischi del caso, deludendo le altre persone ma cercando in tutti i modi possibili di soddisfare i sogni, i MIEI e solo miei sogni.