mercoledì 1 agosto 2012

UP - James Morrison

"It’s never too late to turn it back around
Yeah I know you can
Don’t bury your demons deep in the ground
When it all falls down
The only way is up, up, up
The only way is up, up"


Venire a patti con i propri ideali e aprire il profilo facebook. 
Perdersi alla Decathlon nella scelta dello zaino e dell'accappatoio e del lucchetto e potrei andare avanti in eterno. 
Leggere in ogni attimo libero libri meravigliosi. 
Andare a correre al parco alle 7 di mattina. 
Fare il famigerato “passaggio di consegne” al lavoro. 
Radunare i mille pensieri che affollano la mente.
Guardare per ore le gare delle Olimpiadi. 
Andare al concerto dei Beach Boys con il papà. 
Ridere come una matta guardando il video del team Usa di nuoto sulla canzone “Call me maybe”. 
Pensare che è un bene che l'anno prossimo non potrò seguire il milan perchè senza Thiago...
Impacchettare la mia vita in tante belle scatole. 
Dare qualche due di picche. 
Rispondere mille volte alle stesse domande.
Pensare al 1 agosto di un anno fa e rendersi conto che tutto è cambiato o forse tutto è rimasto uguale, sono solo io ad essere cambiata. 
Vedere la faccia sconvolta della zia alla notizia della partenza e pensare che la nonna avrebbe reagito diversamente. 
Incazzarsi per la chiusura dell'area C. 
Passeggiare per le vie della vita passata in compagnia dei due cani più belli del mondo.
Godersi gli ultimi meravigliosi aperitivi del Nottingham Forest. 
Preparare l'elenco infinito degli oggetti da portare via.
Cenare a base di gelato e frutta. 
Non poter fare a meno di certe canzoni, quelle che ti fanno stare bene. 
E fare tutto da sola perchè si sa a volte è meglio così.
Ripensare a tutti i momenti folli vissuti in questo ufficio, in questa casa, in questa città.
Addio luglio 2012, addio Milano!  

venerdì 20 luglio 2012

MY WAY - Frank Sinatra

"And now, the end is near;
And so I face the final curtain.
My friend, I'll say it clear,
I'll state my case, of which I'm certain.
I've lived a life that's full.
I've traveled each and ev'ry highway;
But more, much more than this,
I did it my way."


Settimane parecchio strane, non proprio felici.
Immersa fino al collo nel lavoro tra eventi, gare a cui partecipare e mille altre menate. E io che speravo di passare le ultime settimane lavorative in tranquillità.
E poi liti in famiglia, di quelle che lasciano il segno e ti fanno capire che è vitale andarsene via per un po', cambiare aria e mettere giusto qualche chilometro in più tra me e certe persone. Persone che ancora non hanno capito il motivo della mia partenza, che forse lo ritengono un capriccio o una scusa per scappare da una vita che non mi appaga fino in fondo. Persone che non si sono mai sforzate di capirmi e che, a questo punto, non si meritano neanche le mie spiegazioni.

Ho bisogno di osservare la mia vita, così come la mia famiglia, da un punto di vista radicalmente differente. Perchè quando vivi una vita cercando di assecondare i desideri delle persone che ami più che i tuoi allora ti senti di aver sbagliato tutto, di aver perso di vista la vera e autentica felicità. E anche se in rari momenti ti è parso di essere serena e contenta si trattava solo di un raggio di sole in una giornata di pioggia, di una goccia di felicità in un mare di desolazione. Ecco io ho bisogno di cambiare mare, di cambiare cielo.

Qualcuno recentemente mi ha detto che “uno deve raccogliere tutto per essere felice”. In un certo senso è proprio così che voglio ricominciare a vivere, godendo delle piccole e semplici cose, dei sorrisi e delle risate che nasceranno spontanei sul mio viso nei prossimi mesi, dei sogni che pian piano ritorneranno protagonisti della mia vita. 
IO, DA SOLA...

mercoledì 4 luglio 2012

ADAM'S SONG - Blink 182

"Tomorrow just holds such better days
Days when I can still felt alive
When I cant wait to get outside
The world is wide, the time goes by..”


In piedi, per due ore, a ballare, a cantare, a saltare, a fare foto e video ma, soprattutto, a pensare e ricordare...
Pensare a quando ascoltavo What's my age again? a ripetizione e a quanto ero rimasta sconvolta nel vedere il video di quella canzone con tre ragazzotti che correvano nudi per strada. 
E poi era arrivata Adam's Song, decisamente la mia preferita, e poi ancora Miss You, Carousel, Down e poi loro che litigano e si sciolgono e pochi anni fa di nuovo insieme per la reunion ufficiale.
Ma soprattutto ricordare la mia vita a quell'epoca, cosa è cambiato attorno a me, quanto IO sono cambiata. 
Erano gli anni dell'adolescenza, del liceo, anni a dir poco meravigliosi. 
Gli anni in cui andavo in America con la scuola per due settimane, in cui avevo quattro amiche speciali, in cui le pause pranzo a scuola erano veramente divertenti, in cui vivevo la mia prima grande storia d'amore. 
Erano gli anni dei Blink 182... Ma forse lo sono ancora. Mi accompagnano anche oggi e non ho la minima intenzione di perdermi i loro concerti, come quello, emozionante, di ieri sera...

venerdì 29 giugno 2012

MORE THAN A FEELING - Boston

"I looked out this morning and the sun was gone
Turned on some music to start my day
I lost myself in a familiar song
I closed my eyes and I slipped away
It's more than a feeling, when I hear that old song they used to play

I began dreaming"


E così anche questo bel mese, giugno, è scappato. Scivolato via senza che quasi me ne sia accorta. Iniziato come meglio non si poteva, con la prenotazione del volo aereo per Sydney e proseguito tra alti (molti) e bassi (pochi) sempre con il sorriso sulle labbra nonostante le innumerevoli stranezze...
Un mese che, in ordine sparso è andato proprio così...

Ascoltare le mille paranoie che invadono la mamma mentre è in vacanza in preda alla solitudine.
Serate, giornate, nottate a ridere come i pazzi insieme agli amici.
Gli ultimi palleggi a pallavolo, quelli sì con una punta di dispiacere e magone.
Il lavoro che ha deciso di darti filo da torcere fino alla fine.
E non riuscire proprio a gestirli questi benedetti capelli, né lunghi e né corti.
Il compleanno di G in preda alle sue mille emozioni diverse.
Segnarsi tutto, ma proprio tutto, ciò che ha a che fare con l'Australia.
E ribaltarsi dal ridere insieme a quella pazza della mia collega C.
I playoff di basket al Forum di Assago e pazienza se anche questa volta Siena ci batte.
L'ultima puntata di Desperate Housewives, per distacco il mio telefilm preferito.
La scuola di inglese due volte a settimana cascasse il mondo.
Perdersi tra le esperienze di italiani in Oz all'interno di mille blog più o meno belli.
Arrivare alla conslusione che, prima o poi, sto benedetto profilo Facebook è proprio da fare.
Farsi scendere le lacrime abbracciando stretto stretto il proprio cane mentre gli si sussurrano parole irripetibili.
E rimandare ancora una volta la conversazione sull'Australia con la zia.
Saltare e urlare di gioia per la nazionale italiana e pazienza se per i clacson non si riesce nemmeno a dormire di notte.
Scoprirsi a sorridere da sola, in mezzo al mondo, al solo pensiero di cosa succederà.
Dedicare gli ultimi weekend in questo Paese a scoprirne gli angoli più belli.
Approfittare della pizza con mamma e papà del venerdì sera per far loro capire davvero chi sono.
Ricevere da chi ti vuole bene mail, articoli, video e scemenze varie relative all'Australia.
E il mauri che ti chiede “ma sei proprio sicura di partire? Cosa ti farebbe restare qui?”
Perdersi tra i negozi dei bimbi a cercare il regalo per la nipotina piccola.
Andare dal parrucchiere e sentirlo dire, mentre ti lava i capelli, “chissà gli australiani come impazziscono quando vedono arrivare una gnocca italiana come te...”
Pensare ad un anno fa, quando la mia vita era più incasinata che mai e capire che aveva ragione lei, tutto passa.
Approfittare dei viaggi in treno per leggere libri così belli che quasi quasi non scenderesti nemmeno da quel treno.
Ed essere felici per davvero perchè quando stai per salutare tutto e tutti ti rendi conto di quanto valgono per te e non c'è sensazione più bella.
Gioire per l'ennesimo bimbo in arrivo tra le persone a cui si tiene davvero.
Rendersi conto che forse forse un po' di sole lo si potrebbe anche prendere prima di essere scambiata per un fantasma.
Vedere la lista dei contatti in Australia crescere pian piano sempre di più.
Guardarsi indietro e capire che tutto è andato come doveva andare, non c'è nulla da rimpiangere.
E traslocare pian piano portando a casa tutta la mia vita milanese.
Cercare e trovare tutte le canzoni che non potranno mancare mai nel mio Iphone.
Montare il ventilatore e puntarselo addosso al massimo perchè fa troppo caldo.
Le camminate in giro per Milano anche a costo di svenire per la pressione bassa.

e poi, con gli occhi al cielo, sognare, sognare e sognare ancora cosa mi aspetta...


mercoledì 20 giugno 2012

SOGNA, RAGAZZO, SOGNA - Roberto Vecchioni

"E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte 
ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte;
io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro
stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l’amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,a volte c’è qualcuno che deve vederlo."



Di solito non succede più di un paio di volte l'anno, tre se proprio è un'annata fortunata... 
Beh dall'inizio del 2012 è la prima volta.
La prima volta che un libro diventa parte di me.
L'anno scorso mi ricordo benissimo quali sono state le due opere che mi hanno conquistata: La prima “L'Albero dei mille anni” di Pietro Calabrese, la storia autobiografica della sua lotta, ahime persa, contro il cancro. Un libro durissimo, crudo, dannatamente sincero e autentico. E poi “Acciao” di Silvia Avallone. Un romanzo questa volta ma che, come il precedente libro, fa suoi temi forti come la disperazione e la rassegnazione.

Quest'anno, dicevo, è successo di nuovo.
Mi sono innamorata di un libro.
Pagine lette una in fila all'altra senza riuscire a staccarmene, tutte di un fiato.
Pochi secondi di pausa, saltuariamente, solo per annotarmi frasi troppo belle per essere vere o troppo mie per non esserlo.
E così sono finita ancora una volta nel vortice inarrestabile di un libro, del “non riesco a non andare avanti, devo sapere cosa c'è scritto nella pagina seguente” che lotta, inesorabilemente, contro il “è troppo bello, non voglio che finisca subito, devo leggerlo pian piano...”
Manco a dirlo è sempre la prima tendenza a prendere il sopravvento e così, da ingorda, divoro riga dopo riga, pagina dopo pagina alla velocità della luce per poi rallentare quando mi accorgo che davanti a me ci sono ancora solo una ventina di pagine.
Quelle ultime pagine me le voglio godere lentamente, come quando sto mangiando qualcosa che mi piace particolarmente. Ne assaporo il gusto in ogni dettaglio e tengo tutte le parole strette a me, senza lasciarle andare.

Fai bei sogni” è il titolo del libro. E l'autore è qualcuno che conosco. Non nel senso letterale del termine, nel senso più intimo. Massimo Gramellini è uno dei primi giornalisti che ho imparato davvero a conoscere e ad apprezzare.
A casa mia, infatti, si è sempre letto tanto. Tanti libri, ma soprattutto tanti quotidiani e tante riviste. Il Corriere della Sera in primis e poi La Stampa, il sabato in particolar modo, perchè abbinato al quotidiano c'era Specchio, il settimanale.
E io, pur essendo piccolina, li ho sempre letti. Sfogliando rapidamente le prime pagine, quelle dedicate alla politica e all'economia (e in questo senso nulla è cambiato), leggendo più attentamente quelle dedicate alla cultura, alla cronaca, allo sport. Ma la mia pagina preferita, per molti anni, è sempre stata una, l'ultima. Si, perchè nell'ultima pagina di Specchio c'era una rubrica dal titolo “Cuori allo Specchio” tenuta proprio da Gramellini.
Al suo interno me le ricordo bene le lettere dei cuori spezzati, delle persone innamorate, disperate, felici che scrivevano per una qualche ragione proprio ad un giornale e proprio a Gramellini. E mi ricordo bene anche le sue risposte, o meglio il tono che avevano, sempre positive, dolci, rincuoranti....
Insomma, io Gramellini un pochino sentivo di conoscerlo.


Poi ho iniziato a fare questo lavoro che con i giornali ci campa.
Li leggo ogni giorno, con grande gioia. L'ordine solitamente è il seguente: prima il Corriere della Sera, poi La Repubblica, quindi La Stampa. Ed eccolo lì il mio “amico” Gramellini, ad augurarmi il buongiorno come ogni mattina.

E quel libro scritto proprio da lui e con un titolo così tenero non potevo non leggerlo. 
Un libro che sin dalla prima pagina si è rivelato toccante, triste, traboccante di sentimenti, a tratti persino divertente. 
 In alcuni passaggi mi sono sentita arrossire, mi sono sentita un'impicciona ad entrare così prepotentemente nel suo passato e nella sua vita. E nonostante la sua storia sia estremamente diversa e molto più dolorosa della mia, ci sono momenti in cui ho pensato per davvero che qualcuno mi stesse leggendo dentro. 
Ho visto stampate su carta parole che passano ogni giorno nella mia testa, parole a cui cerco disperatamente di dare un senso e un ordine e all'improvviso eccole...

“In fondo la mia vita è la storia dei tentativi che ho fatto di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.”

“Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuovola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.”

Troppo vero. Non ho nulla altro da aggiungere.  

venerdì 15 giugno 2012

WIDE AWAKE - Katy Perry

"Thunder rumbling
Castles crumbling
I am trying to hold on
God knows that I tried
Seeing the bright side
But I’m not blind anymore…
I’m wide awake
I’m wide awake"
E così è arrivato il primo addio
La prima delle ultime volte. 
Il primo di innumerevoli saluti a qualcuno e a qualcosa che ha partecipato alla mia vita e che, nel suo piccolo, ha contribuito a cambiarla.

La prima volta che ho salutato la pallavolo, più di dieci anni fa, l'ho fatto inconsapevolmente, senza rendermene quasi conto, ufficialmente per una distorsione al ginocchio ma in fondo, forse, solo per pigrizia. All'epoca non avevo sofferto troppo della cosa, salvo poi pentirmene amaramente negli anni a seguire.

Ora, invece, il mio addio è molto più consapevole e sofferto.
Ieri sera, per l'ultima volta, mi sono svestita, ho indossato i pantaloncini, il reggiseno sportivo e le ginocchiere. 
Ieri sera, per l'ultima volta, ho svolto il riscaldamento pre partita. 
Ieri sera, per l'ultima volta, ho visto il mondo attraverso una rete di pallavolo in una caldissima palestra milanese. 
Ieri sera...

Finito il campionato, passata anche la partita con amici e familiari e la pizzata di fine anno, non mancava che il saluto finale. 
Ho anche detto addio a un gruppo che, nel bene e nel male, mi ha insegnato tanto. 
Ho detto addio alle orribili magliette viola, al panino con la nutella post-partita, alle trasferte in palestre a dir poco oscene, alla puzza di certi spogliatoi. 
Ho detto addio alla pallavolo e ad alcune persone che, sono certa, non mi mancheranno particolarmente in futuro. 
Ho detto addio al mio allenatore, con un abbraccio colmo di tenerezza e, quasi quasi, di magone.
Ecco, fortunatamente, ancora non ho detto addio alle mie compagne speciali: C, M, S...
Però l'abbraccio finale con E, così stretto, lungo e sentito, mi ha fatto pensare che quello, forse, era davvero l'ultimo.

E dopo questi abbracci, questi baci, i reciproci in bocca al lupo, seduta sul sedile posteriore di una macchina, quasi quasi la prima lacrima di commozione stava per scendere. 
Perchè puoi avere davanti a te le prospettive più belle del mondo, i mesi più felici della tua vita ma quando si chiude qualcosa che per te è stato speciale le emozioni prendono il sopravvento. 
E a me piace così. 
Ho sempre desiderato vivere al massimo, traboccante di esperienze e di emozioni. 
E quindi ecco a godermele tutte queste sensazioni, le prime di tante, ne sono certa, che segneranno i miei ultimi mesi in questo Paese.


giovedì 14 giugno 2012

LISTEN TO YOUR HEART - Roxette

"Listen to your heart
when he's calling for you.
Listen to your heart
there's nothing else you can do.
I don't know where you're going
and I don't know why,
but listen to your heart
before you tell him goodbye."




Sii felice ora...

non aspettare di finire l'università,
di innamorarti, di trovare lavoro,
di sposarti, di avere dei figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno.
Non c'è il momento migliore di questo per essere felice,
la felicità è un percorso non una destinazione.
Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito,
e balla come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi,
e i giorni diventano anni.
Ma l'importante non cambia,
e la tua forza, la tua convinzione,
non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via ogni ragnatela,
Dietro ogni traguardo ce' una nuova partenza.
Dietro ogni risultato c'è una nuova sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere....
(Madre Teresa di Calcutta) 

venerdì 8 giugno 2012

READ ALLA ABOUT IT - Professor Green

"I ain't censoring myself for nobody
I'm the only thing I can be,
All that is good, all that is bad, all that is, me"



Della serie le novità non finiscono mai... 
ecco quella di questa settimana... ho iniziato un corso di inglese. 
Perchè per non farmi mancare nulla non potevano bastare le decine di telefilm americane da cui sono totalmente dipendente e che guardo rigorosamente il lingua originale o i libri in inglese che compro regolarmente. Eh no, io le cose le faccio per bene e siccome sono anni che non parlo davvero inglese con qualcuno ecco acquistato un bel corso d'inglese da frequentare due volte alla settimana in pausa pranzo.
Fatto il test per capire il livello che, fortunatamente, mi piazza nella classe più avanzata (e ci mancherebbe visto il liceo linguistico, i viaggi in Gb e Usa e le cose sopracitate...), dopo due lezioni posso già essere ben contenta del mio inglese. Riesco a parlare in modo abbastanza buono, senza andare troppo in paranoia e con i complimenti dell'insegnante... (la mia natura secchiona non si smentisce mai...)
Ma ciò che più mi ha dato soddisfazione è stata la presentazione iniziale fatta da tutti noi partecipanti al corso davanti al resto della classe e all'insegnante. Alla domanda “Why do you want to improve your english?” la mia risposta è stata... “Because on september I will take a flight for Australia where I'm going to stay for at least two years.”

Ed è sempre meraviglioso sentire queste parole uscire dalla mia bocca perchè ancora non mi sono abituata a quanto suonano bene in italiano così come in inglese: vado a vivere in Australia...
Quando le pronuncio la voce mi si strozza in gola, il viso diventa rossiccio e partono le palpitazioni. Vera emozione che pulsa dentro di me.

E se vi chiedete come ha reagito la classe di inglese alla mia risposta... 
...beh bocche spalancate e domanda all'insegnante: come si dice in inglese “ti invidio tantissimo”!?

venerdì 1 giugno 2012

DON'T STOP ME NOW - Queen

"I'm a shooting star leaping through the sky
Like a tiger defying the laws of gravity
I'm a racing car passing by like Lady Godiva
I'm gonna go go go
There's no stopping me
I'm burnin' through the sky yeah
Two hundred degrees
That's why they call me Mister Fahrenheit
I'm trav'ling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you
Don't stop me now I'm having such a good time
I'm having a ball
Don't stop me now"



Sono una pazza!?? Decisamente...
Come faccio a definire ciò che sto provando da tre ore a questa parte? 
Allora proviamoci: salivazione azzerata, occhi a palla, stomaco completamente bloccato e sorriso nervoso stampato sulla faccia con tick tra i più improponibili esistenti...
Cosa mai sarà successo da farmi avere una reazione così spropositata?
Oggi, 1 giugno 2012, ho comprato il biglietto aereo per l'Australia.

Ci ho tribolato per tutta la pausa pranzo tra tentativi vari e ricerca del giorno più conveniente, poi ad un certo punto, ho chiuso il cervello e ho semplicemente fatto andare le manine sulla tastiera del pc... et voilà... il prossimo giovedì 06 settembre 2012 poggerò le chiappette su un volo che da Milano Malpensa mi porterà negli Emirati Arabi e precisamente ad Abu Dhabi. Da lì, poche ore dopo, prenderò un altro volo che atterrerà a Sydney alle 06.30 am (stica...) dell' 08 settembre.
Così, senza pensarci troppo, l'ho fatto. 
Perchè, chiariamo, non è che io stamattina mi sia alzata con l'intento di fare questa cosa, tutt'altro, non ci pensavo minimamente e forse è proprio per questo che ora sono così agitata... 
A rendere ancora più tragicomica la situazione ci ha pensato la mia collega C. che si è messa al mio fianco per assistere al momento topico della prenotazione del volo con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. 

Così due minuti dopo aver sganciato alla Etihad un sacco dei miei sudati soldini, ho scritto un sms alla mamma per dirle la novità. 
Il suo sms, bellissimo, resterà per sempre sul mio iphone:
“Sono orgogliosa e fiera della mia intrepida ragazza. Questa esperienza farà di lei un'altra persona ne sono certa, soprattutto se si muoverà con maturità e saggezza come sempre. Bacio dalla tua mamma che ti adora.”
Quasi quasi mi scende una lacrima...

giovedì 31 maggio 2012

BEST THING I NEVER HAD - Beyoncè

"I wanted you bad
I’m so through with that
Cuz honestly you turned out to be
the best thing I never had
You turned out to be
the best thing I never had
And I’m gon’ always be
the best thing you never had"


Era il lontano 18 gennaio.
Più di quattro mesi senza parlare di di E. L'ultimo post a lei dedicato risale proprio al freddo gennaio (era davvero freddo? Mi sa che ho rimosso...).
Un post colmo di rabbia, di amarezza, di delusione. 
Un post che a rileggerlo mi fa venire la pelle d'oca e pensare “ammazza quanto ero incazzata. Direi nera!!”. E lo dico con il sorriso sulle labbra e con la consapevolezza che la sottoscritta non cambierà mai. 
Sarò sempre, fino all'ultimo dei miei giorni, come il mio adorato papà, ovvero un pentolone di fagioli. Io mi incazzo sul serio, urlo, piango, mi dispero come una pazza.
Poi, piano piano, inizio a vedere le cose un pochino più da lontano, più nitide e con un certo distacco, senza farmi prendere dall'istinto e allora mi trovo a rielaborare tutto. 

Ho fatto settimane senza rivolgerle la parola quando passava a salutare le altre ad allenamento, senza guardarla in faccia, semplicemente ignorandola. 
Poi, con il passare dei mesi la rabbia è passata, la delusione è diminuita e sono tornata “serena”, tanto da parlarle, da scherzare con lei in tutta tranquillità. 
Sono psicolabile? Forse si...
Però di una cosa sono certa. Sono molto contenta di aver perso l'incazzatura nei suoi confronti, sono contenta di riuscire a parlarle come se nulla fosse, sono contenta di non vivere più quel dramma di vita che vivevo fino a qualche mese fa in un turbine di insicurezza, gelosia, frustrazione ed eccitazione... troppa fatica persino per me...

La canzone di oggi la ascolto molto spesso, soprattutto nelle ultime settimane, ed è dedicata a lei. 
E' dedicata a lei ma senza il risentimento che si legge nelle parole di Beyonce, in tutta tranquillità, senza rimpianti ma con la certezza che alla fine le cose siano andate nel verso in cui dovevano andare. 
Ho capito, e ce n'è voluto tanto di tempo ma ci sono arrivata, che mi sono arrovellata il cervello inutilmente per mesi cercando di capire i segni del destino, quale strana forza mi avesse messo E. sul cammino e per quale inspiegabile ragione. 
Ora, che di farmi le seghe mentali non ho più voglia, penso solo e unicamente al fatto che tutto serve nella vita. 
Tutto: le delusioni, gli amori non corrisposti, le liti, gli abbandoni, le partenze e i ritorni, perchè tutto fa brodo nel costruire le persone che siamo. 
E io, senza di lei e tutto quello che è successo nell'ultimo anno e mezzo, non sarei sicuramente quella che sono. Sarei seduta nel mio ufficio con un bel diamante al dito, un matrimonio da organizzare e una vita da pianificare. 
E invece passo le giornate a parlare/leggere/ascoltare inglese, a controllare i voli aerei che mi porteranno dall'altra parte del mondo e a pensare che non mi importa sapere dove sarò tra un anno... 
Chi vivrà vedrà e io, ora, non rinuncerei mai alla mia vita e non la cambierei con quella di nessun'altro. Evviva!!

martedì 29 maggio 2012

MILANO MILANO - Articolo 31

"E devo a te quello che sono
e alle luci di un tramonto sopra piazza del Duomo
sei troppo bella per dirti addio
tu chiami e poi noi tutti ubbidiamo
e tra chi nomina il tuo nome invano
ci sono anch'io
Milano Milano
nel tuo veleno che noi respiriamo
ci sono anch'io
Milano Milano
tra la ringhiera e il sogno Americano
ci sono anch'io
Milano Milano"


Signore e signori sono lieta di presentarvi la versione anglosassone di me stessa medesima. Ecco, forse così esagero, non è che me ne vada in giro bianca cadaverica con la bombetta in testa, vestiti improponibili addosso e l'ombrello al braccio.
No, quello mai, solo che nelle ultime due settimane ho deciso di provare a vivere come se fossi a Londra invece che a Milano.
E così in pausa pranzo o al termine di una lunga anzi eterna giornata al lavoro corro in Porta Venezia, prendo a noleggio la mia bella (????) bicicletta gentilmente offerta dal Comune di Milano e me ne vado a spasso per la città. 
E poi, ancor meglio, stò seriamente iniziando a frequentare i parchi cittadini...
In pausa me ne vado ai giardini di Palestro, mi trovo un bell'angolino di prato e, letteralmente, mi svacco al sole. 
Ne riemergo un'ora dopo con la bolla al naso, le orecchie fuse per la musica ascoltata ad altissimo volume e, ovviamente, zero voglia di tornare al lavoro.
E pazienza se i due metri quadrati da me attentamente selezionati per il riposino siano gli stessi che tutti i migliori cani di Milano hanno scelto per i loro bisognini...“tutti anticorpi” direbbe la mamma...
Insomma mi mancano solo le serate ad ubriacarmi di birra al pub per sembrare una vera english girl. 

E tutto questo perchè?
Perchè ancora non so fino a quando lavorerò, di sicuro sarò qui nei mesi di giugno e luglio, ad agosto giusto un paio di settimane al massimo e poi ci sarà il mio personale bye bye a Milano. E anche se i buoni propositi di solito si esprimono all'iniziobarrafine dell'anno, io che sono sempre controtendenza li faccio a metà maggio... 
Ecco il buon proposito di questi giorni... Godermi le ultime settimane in questa città, assaporarne fino all'ultimo tutti i gas di scarico e lo smog (scherzo... più o meno...), viverne gli angoli più speciali, i luoghi che in questi anni mi sono entrati nel cuore e che mi hanno fatto innamorare di questa città, i posti che mi hanno tenuto compagnia come una coperta calda.
Quindi, se mi doveste veder girovagare con aria sognante al parco mentre fotografo ogni singola margherita o granello di sabbia non vi preoccupate... non è nient'altro che il mio personale ARRIVEDERCI a Milano... (o meglio “addio per un po'” cit.)

martedì 22 maggio 2012

SHINY HAPPY PEOPLE - Rem

Shiny happy people laughing
Meet me in the crowd
People, people
Throw your love around
Love me, love me
Take it into town
Happy, happy
Put it in the ground
Where the flowers grow
Gold and silver shine”



“Vuoi venire a vedere il milan?”
Questa è una delle domande che hanno segnato la mia vita. 
Da quando sono nata tifo Milan, figlia di un tifosissimo del milan, nipote di un altrettanto tifoso del milan. 
E da quando ho 6 e dico 6 anni frequento con una certa continuità S.Siro perchè il calcio è bello, meraviglioso e straordinariamente coinvolgente, soprattutto se visto dal vivo. 
Il mio amore per lo sport è iniziato proprio qui, in coincidenza con l'amore per il Milan.
Il rito della domenica con la partita allo stadio bardata come il peggiore degli ultras in compagnia del papà, molto più elegante e trattenuto della sottoscritta, e poi a casa a vedere novantesimo minuto e la gazzetta comprata il giorno dopo, soprattutto quando la vittoria era di quelle importanti.
La mia più grande passione è, quindi, merito solo del papà che mi ha cresciuta come fossi un piccolo maschietto, a pane e sport, sia da vedere che da praticare.
Si, perchè a parte il calcio non mi sono mai persa un gran premio di formula1, una partita di tennis di uno dei grandi slam e soprattutto una partita di basket Nba. Erano gli anni di Jordan, il più grande giocatore di basket della storia, l'unico, l'immenso e inarrivabile.
Io me le ricordo bene le litigate che volavano a casa mia quando con mio papà stavo sveglia fino a tardi per vedere i playoff di Nba.
Me la ricordo mia mamma che urlava come una pazza contro il papà ricordandogli che il giorno dopo c'era scuola e che, tra le altre cose, ero una ragazza, non un maschio.

E allora quando lo scorso venerdì il capo mi ha chiamata per chiedermi se volevo andare a vedere i playoff del campionato italiano che si fa? Si chiama il papà, logico. Si va a casa di corsa, si indossa qualcosa di più adatto e si corre al Forum a vedere l'Olimpia Milano...
Una serata bellissima, passata con lui, l'uomo della mia vita. Una serata come ne abbiamo passate mille, con tanto di rito panino pre/post partita, perchè in fondo, ne sono certa, nulla è cambiato e nulla cambierà mai. 

Il nostro rapporto è fatto così, di poche parole ma tanti momenti da vivere insieme.
Io e lui non ci siamo mai detto quanto ci vogliamo bene, non ci siamo mai abbracciati stretti stretti. Io e lui comunichiamo in modo diverso: andando alle partite insieme, guardando le partite insieme, andando insieme persino ai concerti.
Lui sa quanto lo amo e io so quanto lui mi ama.
Certo ci sono stati momenti in cui nonostante il suo essere un orsetto mi ha lasciato guardare in faccia i suoi sentimenti, uno su tutti, il giorno della mia laurea, perchè io così felice non l'ho mai visto il mio papà. Felice felice felice, orgoglioso, soddisfatto, fiero di me.
Gli si leggeva tutto in faccia e a renderlo ancora più evidente il fatto che si sia vantato con tutti, ma proprio tutti, della laurea con lode della sua bambina.
E allora me li godo tutti questi momenti insieme a lui, fino all'ultima goccia e con una lacrimuccia che scende dagli occhi, perchè lo so che lui è l'unica persona al mondo per cui rinuncerei a partire, lui è la persona più importante ma, fortunatamente, è anche la persona più contenta della mia scelta.

P.S. Questa canzone... questa canzone e soprattutto il video di questa canzone me li ricordo in ogni singolo dettaglio. Così come mi ricordo bene io e mia sorella ballare come matte in soggiorno quando passava in tv mentre il papà rideva seduto sul divano a guardarci. Avevo 8 anni e la vita davanti...

martedì 15 maggio 2012

NOT AFRAID - Eminem

"And I just cant keep living this way
So starting today, Im breaking out of this cage
Im standing up, Imma face my demons
Im manning up, Imma hold my ground
Ive had enough, now Im so fed up
Time to put my life back together right now"

La mail più desiderata della mia vita...  Eccola nella mia casella di posta.
Ore 21:57:57 di lunedì 14 maggio 2012.
Non ci penso nemmeno un secondo, la apro incrociando le dita e con il cuore che batte a mille.
Una mail lunga tre pagine, ma i miei occhi corrono alla ricerca della frase che desidero con tutto il cuore e che dice:

This is to advice that you have been granted a Working Holiday Visa, Subclass 417, on 15 May 2012. This letter contains important informations about this visa.


Tutto il resto è un di più, righe su righe da leggere con calma pur sapendo già cosa ci sarà scritto.
E allora mi godo questo puro e autentico momento di gioia, consapevole che i 270 dollari australiani spesi per ottenere questo visto sono i meglio spesi della mia vita!!
E con il visto in mano, primo passo concreto per la realizzazione del sogno, la mia testa e il mio corpo si riempiono di emozioni indescrivibili, di sentimenti impossibili da mettere su carta o schermo.
Però una cosa è certa, ora so che una mail può regalare davvero la felicità...

giovedì 10 maggio 2012

GOOD MORNING BABY - Dan Wilson

"See the stars and all the planets
Fly the great wide world and have it all
Yeah, better get a ticket
better get in li-i-ine
I'm praying now for beautiful weather
Take a car and drive forever but I'm
Only ever sitting at the traffic li-i-ight
And all the world to see is too much
sometimes for me"


Un vero e proprio salto nel passato... E d'altronde era inevitabile...
Chi mi conosce bene lo sa. Per i film così come per le canzoni ho qualche serio problema nel definire il mio preferito, quello a cui non riuscirei mai a fare a meno.
Ecco, per quanto riguarda i film il discorso è particolarmente complesso.
Ci sono film che ritengo veri e propri capolavori, capaci di farmi emozionare, di farmi sognare, di farmi riflettere. Di solito si tratta di opere in cui riesco prima a ridere e poi a piangere o viceversa. E di questo tipo ne posso citare parecchi: Gran Torino di Clint Eastwood, Sabrina di Billy Wilder, La Finestra sul Cortile di Alfred Hitchcock, Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, Dersu Uzala di Akira Kurosava, Forrest Gump di Robert Zemeckis, La 25esima ora di Spike Lee, Tutto su mia madre di Pedro Almodovar e potrei continuare molto a lungo.

E poi ci sono film a cui sono legata in modo indissolubile e sempre lo sarò.
Si tratta di film che non sono e mai saranno considerati dei capolavori ma che per una ragione o per l'altra fanno parte di me.
Il primo della lista è sicuramente E.T. di Steven Spielberg.
Un film che ho visto cento volte, che i miei genitori erano andati al cinema a vedere e che in casa mia non è mai mancato. A spiegare ancora di più il mio personale legame con questa opera è un aneddoto di qualche anno fa. Il film (uscito nel 1982), in occasione del ventennale venne restaurato, rimasterizzato ecc e per questo inserito in un dvd special edition che mio padre non ha mancato di regalarmi. Ebbene io E.T. lo guardavo praticamente tutte le sere, addormentandomi sulle sue battute e finendo per saperlo interamente a memoria. Ed ecco l'imprevisto: un giorno i ladri hanno svaligiato la nostra casa e tra i tanti valori che si sono portati via uno di questi era il lettore dvd con dentro, neanche a dirlo, proprio il mio E.T.
C'è poi Quattro matrimoni e un funerale, altro film cult della mia famiglia, visto migliaia di volte senza mai evitare di trovarlo gradevolissimo.

E infine signore e signori... rullo di tamburi.... American Pie.
La commedia americana volgare e un po' cretina? Esatto, proprio quella.
Film uscito nel 1999 e visto in dvd, sul divano di casa, con il fidanzatino di allora...
E fu subito amore.
I protagonisti erano al liceo, alle prese con le prime esperienze sessuali, con l'amore, con l'università alle porte e con la loro stessa amicizia. 
Io? Esattamente nella stessa situazione. A farmi appassionare ancor di più al film ci ha pensato lo scambio culturale organizzato tra la mia classe e una scuola americana in perfetto stile american pie che mi ha fatto vivere per alcune settimane proprio in modalità Usa.
E allora ecco uscito al cinema American Pie ancora insieme
Reunion di tutta la banda, con tutti ma proprio tutti i protagonisti. Potevo perdermela? Mai!! E quindi ieri si va al cinema in una sala traboccante di ragazzini, adolescenti che all'epoca del primo film della saga andavano, forse forse, alle elementari.
E invece io li ho vissuti davvero quegli anni. 
Gli anni precedenti all'attacco alle torri gemelle del 2001, anni in cui il terrorismo non faceva così paura, in cui si viaggiava negli Usa a cuor leggero pensando che non sarebbe mai potuto succedere niente del genere. Anni in cui l'America era la terra promessa, il sogno di tutti noi europei, il luogo più figo del pianeta.
Sono passati tredici anni e io, come i protagonisti del film, non studio più e sono costretta a fare i conti con il lavoro, con la vita “da grandi”, con le paure e le insicurezze di cui non possiamo più fare a meno. Eppure a parte questo non riesco proprio a invidiare i ragazzini di oggi o la mia vita di allora. Certo, sono stati anni meravigliosi ma che non riesco asolutamente a rimpiangere. Solo ora, infatti, sto iniziando a mettermi in gioco davvero, a mettere in dubbio chi sono veramente e chi voglio diventare. Insomma, mi sento in pieno fermento, come se fino ad ora fossi sopravvissuta mentre, tra circa quattro mesi, inizierò per davvero a vivere la mia vita... Insomma scalpito sempre più!



P.S. La canzone che ho scelto (meravigliosa!!) fa parte proprio della splendida colonna sonora del primo film. 

martedì 8 maggio 2012

BACK TO LIFE - Giovanni Allevi


La domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: 

“Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all’altro?”
" L'Australia intera poteva, almeno in teoria, essere letta come uno spartito.
Non c’era roccia o ruscello, si può dire, che non fosse stato cantato o che non potesse essere cantato”.
 

"Le piste del Sogno sono invisibili ai bianchi e solo gli aborigeni possono cantarle, una terra non cantata è morta, per questo i canti non vanno dimenticati, né l’ordine dei versi va invertito, perché sarebbe come procurare un terremoto. Su questi concetti s’innesta il nomadismo delle tribù aborigene: l’Australia è un paese deserto, muoversi significa sopravvivere, il walkabout – così chiamato dai bianchi – è in realtà una sorta di telegrafo, che diffonde messaggi tra popoli che altrimenti non si vedrebbero mai. Anche il baratto, le merci sono occasioni per incontrarsi, danzare, cantare, condividere idee e risorse, ma il baratto principale è quello dei canti. La musica resta uguale e oltrepassa le barriere linguistiche."
"Le Vie dei Canti" di Bruce Chatwin

P.S. il meraviglioso libro che sto leggendo ora... a poco più di 4 mesi dalla partenza

sabato 5 maggio 2012

TU CHE SEI PARTE DI ME - Gianna Nannini e Pacifico

"Tu che sei parte di me
e lasci fuochi, piccole tracce
per riportarmi a casa
Tu che sei parte di me
Ultima luce, ultima insegna accesa..."


E’ bastato fare una di quelle azioni meccaniche che ognuno di noi svolge quotidianamente innumerevoli volte per farmi scoppiare a piangere.
Ho semplicemente aperto il frigorifero. 
Ho aperto il frigo per prendere una bottiglia di acqua naturale con cui dissetarmi. 
Ho aperto il frigo e l’ho vista, la confezione di formaggini Tigre. Quella che tutti conoscono, gialla, tonda con dentro il formaggio svizzero diviso in spicchi. 
Ho aperto il frigo, ho preso l’acqua, ho visto la scatoletta gialla, ho richiuso il frigo ed era troppo tardi. La testa aveva già cominciato a frullare vorticosamente ricordi e pensieri.
E così è un attimo. Sempre io, solo in versione bambina.  
Io che entro a casa della nonna. 
Lei che, per l’appunto, apre il frigo e tira fuori proprio quella scatoletta gialla. 
Lei che mi porge uno spicchio e mi chiede se voglio anche una “michetta”. 
No, grazie nonna, non voglio il pane, mi basta il formaggino. 
E poi, magari, dopo ne prendo un altro…

7 mesi dalla sua morte. 7 mesi e non riuscire a farsene una ragione perché tu la consideri sempre viva, perché ti sembra impossibile che lei non ci sia più, per davvero. 
Ok, sono 7 mesi che non le parli, ma in fondo non è nemmeno così vero. 
Tu le parli, ogni giorno, sempre. 
Le spieghi come va la tua vita. 
Le spieghi il tuo senso di smarrimento perenne. Il perché senti il bisogno di fare la valigia e scappare via da tutto. 
Le spieghi perché senti di non avere nulla anche se hai tutto. 
E hai sempre la certezza che lei sia l’unica che capisce veramente. 
L’unica e la sola capace di comprendere quello che stai provando davvero.