sabato 31 dicembre 2011

SOMEONE LIKE YOU - Adele

"Don't forget me, I beg
I remember you said,

Sometimes it lasts in love
but sometimes it hurts instead"



Una passeggiata in bianco e nero lungo un viale alberato di Parigi. Adele cammina, si ferma a guardare la Senna e canta. Canta con quella sua voce meravigliosa. Canta parole struggenti, parole di un grande amore finito. E non poteva esserci attrice migliore di se stessa per interpretare il video di questa canzone. I suoi occhi così espressivi lasciano trasparire un dolore ancora fresco, ancora vivo. 

Questa per me è LA CANZONE. Un capolavoro. Una dei quelle canzoni che ascolti a ripetizione, di cui ti sforzi di capire ogni singola parola, in cui ti immedesimi. E così è successo anche a me. L'ho sentita e risentita. L'ho fatta mia, perchè calzava a pennello con la fine della mia storia con G.

Poi succede che proprio G. a Natale mi regali tre giorni da vivere insieme a Parigi.
Ci ho pensato una notte intera, o meglio, quel che restava della notte tra 24 e 25 dicembre con la consapevolezza che in entrambi i casi mi sarei sentita una stronza. Una stronza ad accettare e andare in vacanza con lui senza volerci tornare insieme. Una stronza a dargli buca e fargli buttare i soldi spesi.
Ho fatto le valigie. Sono partita. 


E, come è sempre stato, insieme siamo stati molto bene.
Il primo giorno lo abbiamo passato facendoci i chilometri a piedi tra gli Champs Elysees, l'Arco di Trionfo, il Louvre, Rue de Rivoli, Place de la Concorde...
E poi alla sera il Moulin Rouge, Pigalle e i suoi sexy-shop...



Il giorno seguente ho avuto l'idea geniale.. "noleggiamo le biciclette!". 
Decine di chilometri su e giù per Parigi.
La Torre Eiffel, ancora Place de la Concorde, Notre Dame de Paris, Saint Germain.
Ma soprattutto ore a vagare senza meta, a perderci per vie sconosciute di Parigi. Luoghi fuori dalle guide, luoghi comuni ma di una bellezza indescrivibile, luoghi che ci resteranno nel cuore.
E poi, con il calare del sole, siamo saliti sulla ruota panoramica... Panico. Una paura mortale... (com è che un tempo ero impavida e ora sono diventata un seghino? Qualcuno me lo può spiegare???)




Infine, alla sera, siamo finiti a mangiare in un favoloso ristorante, molto caratteristico, popolato da parigini radical chic (tanto è vero che le voci dicono sia il ristorante preferito del grande Johnny Deep).



L'ultimo giorno ci siamo persi tra il Sacro Cuore e il quartiere di Montmartre...Meraviglioso!
Su e giù per le stradine affollate, i bistrot che sfornano crepes di ogni tipo, pittori in ogni angolo e poi la galleria interamente dedicata a quel genio di Salvador Dalì.
Una città splendida. 
Tre giorni bellissimi. 
E un pensiero... E se, dopo tutto...

mercoledì 28 dicembre 2011

ALWAYS - Blink 182


“So here I am trying
so here I'm, are you ready?
Come on let me hold you, touch you, feel you
always
kiss you, taste you all night
always”


Eccolo qui, come ogni anno è arrivato il tuo giorno preferito, quello in cui si può leggere la gioia dipinta sul tuo volto, in cui il tuo sorriso è una continua poesia e i tuoi occhi brillano come le stelle più luminose. So che quest'anno non è come quelli che lo hanno preceduto, tutto sembra tremendamente diverso tranne i sentimenti che provo e che mi legano indissolubilmente a te. Negli ultimi 5 anni ho passato questo periodo a cercare di renderti questo giorno ancora più speciale, mi sono spremuto come mai mi era accaduto per trovare un bel regalo aspettando fremente la tua reazione all'apertura dell'immancabile scatola. Ma prima, immancabile, il biglietto di auguri, che tu leggevi smangiucchiandoti un dito per l'emozione e che iniziava sempre con un “Cara Milla”.
Quest'anno invece non è così, il biglietto inizia diversamente, voglio tornare indietro di tanti anni, per sognare come un bambino con la testa di un trentenne che alla vita deve ancora chiedere tante cose, forse tutto...
Caro Babbo Natale, è tanto che non ci sentiamo, l'ultima volta ero un bambino che, come tutti i suoi coetanei, si sedeva ad un tavolo e ti chiedeva un elenco interminabile di regali da trovare sotto l'albero la mattina del 25 dicembre, correndo il più velocemente possibile a scoprire se i suoi desideri si erano realizzati. Quest'anno il mio avvicinamento al Natale è stato molto, molto travagliato. Però ora ho la fortuna di avere lo stesso davanti a me l'unica persona indispensabile alla mia felicità, quella che con un solo gesto, un solo sguardo può cambiare il mio stato d'animo.
Caro Babbo Natale, quest'anno non voglio regali, nella mia vita ne ho già ricevuti moltissimi. Te ne chiedo solo uno: regalami un sorriso. No, non mio, nemmeno tuo anche perchè sotto quella barbona bianca si scorgerebbe a fatica. Fai spuntare un sorriso sul bel viso della mia adorata Milla, faresti felici due persone insieme.
 Quando ero bambino tutta la felicità era nello scartare pacchetti, con gli anni ho capito quanto i pacchetti non contassero nulla, conta solo chi li pensa e li fa con le proprie mani, perchè all'interno è racchiuso l'amore che quella persona prova per te, che rende bellissima qualsiasi cosa.
Quest'anno ho pensato tanto a cosa racchiudere in questa immancabile scatola che negli anni è diventata un nostro marchio di fabbrica che porterò sempre nel cuore.
Quest'anno cara Milla mia, è stato un gran casino. Ma ho ancora la fortuna di averti davanti a me. Lo so, volevi che non ti regalassi nulla, ora avrai paura di me e di cosa posso aver combinato ma lo sai, io voglio solo il tuo bene... E te ne voglio tanto.
Buon Natale amore.

Questa è solo una parte del biglietto donatomi da G. a Natale. Un biglietto dolce, come sempre colmo di parole e pensieri d'amore. E poi una scatola contenente tre buste. La prima con due biglietti per il concerto dei Blink 182 (li amo!!) che si terrà il prossimo luglio a Milano. E poi un'altra contenente due biglietti aerei. Infine, la terza busta con la prenotazione per due notti in un bellissimo hotel 4 stelle con spa.
Sul fondo della scatola, in ultimo, una guida di PARIGI.
E ora?

martedì 27 dicembre 2011

FANGO - Jovanotti

"ma l’unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
il profumo dei fiori
l’odore della città
il suono dei motorini
il sapore della pizza
le lacrime di una mamma
le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango
e mi fondo con il cielo e con il fango"

Nata nel 1920 in un paesino perso nelle montagne del Veneto, molto più vicine al Trentino Alto Adige piuttosto che al Veneto stesso.
Nata da una famiglia estremamente povera, di contadini e allevatori di animali.
Un fratello e una sorella maggiore dolci e disponibili, un papà che adorava ma che aveva perso prematuramente e una mamma dura, inflessibile, per cui le persone si misuravano unicamente basandosi sul sudore della fronte, sulle ore passate a spaccarsi la schiena nei campi.
Una storia, quella della mia nonna, che ha attraversato l'Italia.
Costretta a 13 anni ad abbandonare le sue montagne per andare all'estremo sud, da sola, a fare la bambinaia. Proprio lei che era poco più di una bambina, che non aveva mai preso un treno in vita sua e che proprio con il treno doveva attraversare in solitaria l'intero stivale. Lei, timidissima, introversa, che parlava solo il dialetto veneto, diretta a Benevento.
E poi a Milano, ancora a fare la bambinaia per una famiglia borghese. 
Viveva in Porta Romana, andava a messa nella chiesetta di San Babila, passeggiava in Piazza Duomo. I luoghi che tantissimi anni dopo sono diventati miei... Sempre poco più di una ragazzina.
Finchè un giorno d'estate, nella residenza estiva della famiglia presso cui lavorava nelle campagne tra Milano e Lodi, vedeva un bell'uomo. Un uomo distinto, magro, con un bel cappello. Un uomo di dodici anni più grande di lei. Era amore.
Un mese dopo quello che sarebbe diventato mio nonno è andato a chiedere la mano della mia nonna. Si erano visti due volte. DUE!!
La nonna Maria e il nonno Giovanni si sono sposati il 31 dicembre del 1941.
Ho passato interi pomeriggi a sentire i racconti della nonna. Sentirla parlare era un piacere immenso. Le sue storie erano troppo belle, troppo interessanti per annoiare. Mi ha raccontato della sua infanzia difficile, di quanto veniva sfruttata nelle case in cui aveva fatto da bambinaia, di come si era innamorata all'istante quando aveva visto il nonno. E poi il matrimonio, poverissimo, i tanti traslochi tra Lombardia e Piemonte, il periodo della guerra, gli aneddoti dei suoi tre figli. Storie intrise di dolore, di tristezza ma sempre raccontate col sorriso perchè l'ultima cosa che voleva era farmi soffrire o vedermi triste.
Mi amava come non aveva mai amato nessuno. E io l'amavo come non amerò mai nessuno. Tra noi non ci sono mai state coccole, baci, abbracci. Il nostro era un rapporto fatto di parole. Tra di noi bastavano gli sguardi, bastava il pensiero...
“Non so se riesco a chiamarti questa settimana perchè mi fa male la bocca e faccio fatica a parlare. Ma lo sai che ti penso sempre...”
Me lo ripeteva ogni domenica, ogni volta che con la valigia in mano mi vedeva partire per Milano.
“Tranquilla nonna, lo so. Ti penso sempre anche io. E poi la settimana vedrai come passa in fretta e sabato prossimo sarò già qui a parlare con te”

C'è una cosa nella vita di cui andrò sempre fiera e orgogliosa. Una sola cosa...
Era l'estate del 2009, faceva caldo, e lei con il suo fisico esile si strapazzava nell'orto e poi in cucina per fare da mangiare, tenere d'occhio galline e gatti, aiutare mio papà nel lavoro con le sue amate azalee. L'abbiamo portata in ospedale un giorno di luglio praticamente dissanguata. Era talmente debole e sciupata da esserci stata oltre due settimane in quel letto d'ospedale. Due settimane e 6 trasfusioni. Voleva morire. Erano alcuni giorni che non si sentiva bene e allora aveva deciso di smettere di mangiare, di lasciarsi morire.
La zia, il mio papà, i dottori, nessuno era in grado di convincerla a mangiare, nessuno riusciva a farla alzare da quel letto di ospedale. Sono entrata nella sua stanza a mezzogiorno del giorno seguente al suo ricovero. La zia con il cucchiaio in mano provava inultilmente a darle da mangiare. La nonna mi ha guardata, ha scosso la testa e mi ha detto “Basta. Non ce la faccio più.”

Ho cominciato a piangere, a disperarmi. E poi dopo dieci minuti di vera disperazione l'ho presa di petto.
Ho passato due settimane in quell'ospedale. Pranzo e cena ad imboccarla, a tritarle il cibo, a capire cosa riusciva a mangiare e cosa no, a prepararle il bicchiere di acqua, vino e zucchero. All'inizio era una lotta. Lei un topolino, poche cucchiaiate e poi non ce la faceva più. Dopo due settimane, invece, mangiava tutto, svuotava ogni piatto, contenta, soddisfatta e finalmente sorridente. Ha vissuto due anni e mezzo dopo quei giorni.
Due anni e mezzo in cui mi ha ripetuto mille volte che senza di me non sarebbe uscita viva da lì, perchè lei mangiava solo per me e solo con me.

Sapere di aver regalato a lei, ai miei zii, a me stessa e a tutte le persone che le volevano bene 2 ANNI E MEZZO DI VITA per me non ha eguali. E niente mi darà mai la stessa gioia del giorno in cui l'abbiamo portata a casa sulle sue gambe, pronta a tornare alla vita.
Questo c'era tra noi. Amore vero, e poi un'intensa magnifica empatia. Mi capiva sempre, anche quando a dividerci c'erano centinaia di chilometri. 
Ecco cos'ho perso il 7 ottobre scorso...

lunedì 26 dicembre 2011

SO THIS IS CHRISTMAS - John Lennon

"A very merry Christmas
and a happy new year
let's hope its a good one
without any fear"



Ebbene si, Natale se ne è andato...
La cena del 24 con gli amici... tante risate, tante bollicine, tanto buon pesce da mangiare in compagnia, tante cazzate che volano nell'aria.
Il pranzo del 25 a casa con la family... la gioia delle piccole mentre aprivano i regali portati direttamente da Babbo Natale alla zia milla e ai nonni. E poi i regali dei "grandi". Tutto bellissimo. Tanto bello da farmi stare in piedi nonostante le quattro ore di sonno della notte precedente. Che botta!
La cena del 25 a casa della sorellona... ancora regali, ancora mangiare, ancora bere.
E poi il momento difficile. Inevitabile.
Perchè fai finta di nulla ma poi arriva l'attimo in cui ti fermi e pensi. E basta un decimo di secondo per mandare la testa altrove, a chi quest'anno non è al tuo fianco.
Il primo Natale senza la nonna. Ed è dura...
Mi possono venire a dire tutti che non sono una bambina, che so benissimo che una donna
di 91 anni che pesava 35 chili e aveva un tumore in bocca grande quanto un limone prima o poi doveva andarsene. Lo sapevo... Nessuno era preparato più di me alla cosa.
Ma passano i mesi e io mi rendo conto di non riuscire a superare la cosa. Non riesco a mandarla giù... Mi accompagna ogni santo giorno, soprattutto in momenti come questi. 
E così faccio finta di niente o almeno ci provo. Cerco di non pensarci. Non ne parlo con nessuno. Ma quante volte mi sono ritrovata a pensare che senza di lei gran parte della mia famiglia non c'è più, gran parte di me è svanita nel nulla... 
Per fortuna due monelle come le mie nipotine riescono ancora a distrarmi... Non esiste al mondo antidoto migliore. E così anche la cena è andata via. 
Per tirarmi su definitivamente ci pensano i miei amiconi e una bottiglia di Champagne (troppo buono!!!) che non guasta mai... in fondo è pur sempre Natale... E i pensieri tristi non vanno mai in vacanza, domani saranno ancora qui con me.

sabato 24 dicembre 2011

GOOD LIFE - One Republic

"... Stai pur certo che ora non la fuggirò più la vita...
e nemmeno l'amore"
tratto da Sabrina


Eccola... LA VIGILIA DI NATALE...
Il giorno più bello dell'anno. Il giorno magico. Il giorno in cui sprizzo gioia e felicità. Il giorno in cui non sono capace di sentire stanchezza o tristezza. Il giorno in cui riesco solo a sorridere,  a cantare e ballare. 
Mi sono alzata nel mio lettone di provincia, accompagnata dalle parole dei miei genitori, dai miagolii del mio gattone bianco, dalle feste dei miei cagnoloni... 




E così si va in salotto. 
Ad attendermi palle argentate, fiocchi di neve scintillanti, Mtv sullo sfondo e uno abete spoglio, pronto per essere agghindato per bene. 
Amo fare l'albero di Natale. E' una di quelle tradizioni natalizie che mi fanno impazzire di gioia. E la mamma, sapendolo, mi ha lasciato il bel compito. 
Esiste qualcosa di più bello che iniziare la giornata della vigilia in questo modo?  
Un pranzo veloce e poi sempre con mamma e papà a scovare gli ultimi regalini. 
E poi nell'ordine:
si compone il biglietto-puzzle che mi ha regalato la dolce M.




si incartano gli ultimi regali,
si scrivono tante belle parole alle persone importanti,
si cucina in vista del pranzetto natalizio di domani,
si legge ben stravaccati sul divano,
si guarda in televisione uno di quei classici senza tempo, uno di quei capolavori che in famiglia adoriamo tutti, Sabrina




E sia chiaro, la versione originale del 1954, quella con due mostri sacri come Humphrey Bogart e Audrey Hepburn
E tra poco inizia la serata... Aperitivo e cenone con gli amici... Non vedo l'ora. 
Buon Natale!!!

giovedì 22 dicembre 2011

WIND OF CHANGE - Scorpions


"The future's in the air
I can feel it everywhere
blowing with the wind oh change..."


Ebbene si... Sono giunta alla fine della corsa al regalo. E sono pure sopravvissuta senza traumi evidenti.
Oggi, infatti, durante la pausa pranzo, mi è venuta l'illuminazione che ancora mancava, quella del regalo da fare al mio adorato amicone M. Così sono corsa fuori e, miracolo dei miracoli, ho trovato subito ciò che cercavo...

Anche al lavoro i preparativi per il Natale sono ufficialmente conclusi. Tutti i biglietti sono stati consegnati, così come gli omaggi incartati e prontamente spediti. Ora devo chiudere un paio di sciocchezze nella giornata di domani e poi partiranno ufficialmente le vacanze di Natale. Alleluja...

Dopo giornate, anzi settimane frenetiche, sono proprio curiosa di capire come andranno i prossimi giorni. 

Da un lato ho paura che essendo un po' più tranquilla mi farò prendere dalle mie solite paranoie.
D'altra parte penso che saranno giorni in cui riuscirò finalmente a dedicarmi alla mia ricerca.
E questo pensiero mi eccita da morire, come se avessi miliardi di bollicine in corpo che improvvisamente si mettono a frizzare tutte insieme.


Non mi è mai capitato di vivere così tanto nell'incertezza come negli ultimi mesi.
Ho passato intere giornate a chiedermi come sarò tra sei mesi, con chi sarò tra sei mesi e dove sarò tra sei mesi.
A volte vorrei avere il potere di guardare oltre, di dare una piccola e furtiva occhiata al mio futuro.
Non tanto, solo qualche secondo, giusto per capire se avrò finalmente ritrovato la mia pace, la mia serenità. Solo per vedere la mia faccia, per leggere nei miei occhi la felicità piuttosto che la tristezza e la desolazione che di questi tempi regnano sovrane.
Proprio io, la pianificatrice folle, quella che senza certezze non riesce a vivere, quella che si sente persa senza aver schedulato almeno le due settimane seguenti si ritrova da mesi a vivere così...
A vivere senza sapere chi avrò al mio fianco per il resto della vita.
A vivere senza sapere chi ci sarà a stringermi la mano nei momenti difficili.
A vivere senza sapere chi vedrà il mio viso riempirsi di rughe.
A vivere senza sapere chi mi darà il bacio della buonanotte ogni sera.
Ma così è vivere? Io non credo...


martedì 20 dicembre 2011

TURN TURN TURN - The Byrds


“To Everything ... Turn! Turn! Turn!
There is a season ... Turn! Turn! Turn!
And a time to every purpose under Heaven.
A time to be born, a time to die
A time to plant, a time to reap
A time to kill, a time to heal
A time to laugh, a time to weep
 
To Everything ... Turn! Turn! Turn!"


E così è partita la missione regali… Una vera corsa contro il tempo. 
In teoria avrei dovuto iniziare lo scorso weekend... 
In realtà sabato non ero proprio in grado a causa della serata precedente al karaoke con le altre. E grazie anche ai quattro vodka lemon bevuti quella sera. E grazie infine ai discorsi e messaggi scambiati con E. che mi hanno, come sempre, turbata un po’. 

La mia scusa di domenica, invece ha il volto dei miei folli genitori, venuti a trovarmi qui nella grande metropoli. E così tra la colazione da Princi e poi la Rinascente, Zara, H&M, Mango, Aspesi, Louis Vuitton, Gucci, Mondadori, Feltrinelli, Du Pareil au Meme, e infine una splendida cena al Don Juan, ristorante argentino per eccellenza, neanche un secondo per andare alla ricerca dei regali. 

E poi lunedì impegnata per tutta la sera con la piccola e dolcissima M., compagna di pallavolo in crisi, venuta a casa mia a sentire i consigli della sua “sorellona”. 
Oggi, però, ho iniziato davvero. Ci ho messo un minimo di impegno, mi sono spremuta le meningi per quei dieci minuti scarsi, poi ho scatenato gambe e una pazienza infinita e mi sono buttata nella mischia. 
E mentre vagavo per le vie del centro, guardando ammirata il Duomo, osservando le meravigliose luci della Rinascente, ecco per quei dieci minuti mi è quasi tornata la voglia di sorridere.


Il passo indietro però questa volta è doveroso. 
Diciamo che visto e considerato il folle messaggio di G. ho deciso di scatenare sia la S. che mia sorella (sante donne!!) a correre ai ripari al posto mio. 
Ergo, cazziatone memorabile da parte di mia sorella nei confronti di G. Lui pare (!!!!) abbia capito e di conseguenza abbia ridimensionato la famosa proposta di matrimonio, anche se un bel po’ di fifa aleggia ancora in me. 
Pericolo scampato. Forse. 
E domani? Domani si riparte per la missione…Alèèè

domenica 18 dicembre 2011

PLEASE PLEASE PLEASE LET ME GET WHAT I WANT - The Smiths

"Good times for a change
see, the luck I've had
can make a good man
turn bad.

So please, please, please
let me, let me, let me
let me get what I want
this time.

Haven't had a dream in a long time
see the life I've haved
can make a good man turn bad.

So for once in my life
let me get what I want
lord knows, it would be the first time
lord knows, it would be the first time"

Giorni brutti.
Giorni difficili.
Giorni in cui non mi sento a posto.
Giorni in cui vorrei essere ovunque tranne che qui.
Giorni in cui sono triste, nervosa, in preda alle emozioni.
Giorni in cui penso che non riuscirò ad andare avanti in questo modo fino ad agosto.
Giorni in cui mi viene voglia di mollare tutto e tutti.
Giorni in cui odio andare in giro per Milano a cercare i regali.
Giorni in cui vorrei solo stare a letto a guardare Desperate Housewives.

"Non so come ma in qualche modo devi capire la misura dell'anulare della Milla, magari facendole provare un 
anello dei tuoi. Non fare domande..." sms arrivato sul telefono di S. mentre eravamo a Crans. 
Mittente: ovviamente G.
La mia reazione? "Questo è completamente fuori di testa.." 
Ecco cosa voleva dire tutto il suo discorsetto di venerdì notte sul corteggiarmi per farmi tornare da lui...
Ora va bene tutto... Va bene essere innamorati, va bene aver perso la persona che fino ad ora è stata la più importante della propria vita, va bene cercare di sconvolgermi con un gesto eclatante, va bene anche vedere le cose senza grande lucidità... 
Però questa sua iniziativa va oltre, è folle. Completamente folle...

E come diretta conseguenza di questa sua decisione io sto andando ancor di più fuori di testa. Mi viene sempre più l'istinto di allontanarmi da lui. Ma più di così si può?


Mi manca l'aria. 

Mi manca la terra sotto i piedi.
Mi manca la testa.
Io voglio solo andarmene da tutto questo... 


P.S. Questa volta faccio un'eccezione... questa splendida, meravigliosa, intensa canzone ci sta tutta

martedì 13 dicembre 2011

SO FAR AWAY - Staind

"This is my life
it's not what it was before
all these feelings I've shared
and these are my dreams

that I'd never lived before"

E così sono tornata a Milano.
Sono rientrata al lavoro (un vero trauma!) con il sollievo di poter dire che mi aspettano solo due settimane prima di potermi gustare le vacanze nella quiete di casa. Grazie Natale!!

Nove interi giorni.
Giorni (tanti) da passare con le mie nipotine e la mia sorellona.
Giorni (pochi) in compagnia di mamma e papà prima che fuggano a Cannes.
Giorni da dedicare agli amici e in particolare alla S. e al M.
Giorni di cazzeggio totale, di riposo assoluto.
Giorni indaffarata in cucina per aiutare la mamma a preparare il pranzo di Natale e alle prese con la fantastica crema al mascarpone da portare a Capodanno e che gli amici tanto amano.
Giorni in cui mi metterò ancor più alla ricerca di come realizzare il mio sogno...


L’altra faccia della medaglia è che non solo devo comprare tutti i regali, devo proprio iniziare a pensare a cosa prendere… Cazzo!
Il rimedio è uno solo... Il prossimo sarà un weekend milanese, in cui sabato e domenica vagherò per i negozi del centro città alla ricerca di qualche favoloso colpo di genio.

La verità è che quest’anno, come sempre, sono entusiasta per l'arrivo del Natale, delle feste e di tutti gli annessi e connessi, tuttavia non sono particolarmente ispirata per quanto riguarda il discorso regali.
Non ho voglia di girare mille negozi, di impacchettare oggetti, di scrivere appassionati bigliettini. Allo stesso modo non fremo dalla voglia di aprire pacchetti e leggere bigliettini. Sicuramente il fatto di non aver nessuno al mio fianco ha un bel peso in questa sensazione. Solitamente passavo i mesi di novembre e dicembre pensando al regalo più bello del mondo per la persona importante perchè, diciamo la verità, è quello IL REGALO da fare. Vedere la curiosità dipinta sul volto della persona che ami mentre apre il tuo regalo non ha prezzo. Quest'anno non ci sarà nulla di tutto ciò e a peggiorare ulteriormente le cose ci si è messa una inaspettata rivelazione dei giorni scorsi che vede protagonista G.
G. e 
una proposta di matrimonio...  

lunedì 12 dicembre 2011

IRIDESCENT - Linkin Park


"Do you feel cold and lost in desperation?
you build up hope
but failure’s all you’ve know
remember all the sadness and frustration
andd let it go
let it go"


Lasciamo da parte lo spavento pauroso che mi ha fatto prendere G. nel trovarlo a quell'ora della notte sulla porta di casa mia e passiamo a ciò che mi ha detto una volta entrati in casa.
Fondamentalmente niente di nuovo. 
Io sono la donna della sua vita. 
Lui è una bella persona grazie a me perché sono stata in grado di fargli tirar fuori il meglio di sé. 
I suoi sogni sono tutti collegati a me. Lui mi seguirà ovunque, sempre e comunque. 
E poi lui non mi lascerà mai andare e starà lì pazientemente ad aspettare il mio ritorno.
Ora si metterà seriamente a corteggiarmi per farmi capire quanto sono importante per lui.
E ancora su questo registro per un’ora…
Dopo averlo abbracciato forte e aver chiuso la porta alle sue spalle ho pensato solo a una cosa: ma come fa? Dove la trova tutta questa forza? Come può passare oltre a tutto quello che è successo con questa determinazione? 
Ma soprattutto, come si fa ad amare così tanto una persona?
Da lui e con lui nella mia vita ho imparato tanto, la più importante è proprio questa, il vero significato della parola amore.

Quella notte sono andata a dormire e dopo tre ore la S. con il suo macchinino rosso fuoco, è passata a prendermi per il nostro weekend in montagna.
Siamo arrivate nella splendida Crans in una bella giornata di sole.


Ad attenderci un bel po’ di neve ai bordi della strada, tanti laghetti ghiacciati, un fantastico cielo blu e un meraviglioso hotel 4 stelle con spa inclusa. Tutto senza spendere un centesimo. Imbucate da un’amica di S. in un tour per giornalisti, abbiamo alloggiato, cenato, bevuto, tutto rigorosamente gratis, godendoci in pieno la bellezza di questo posto. 


Il pomeriggio di sabato all’insegna del relax con io ed S. immerse in una fantastica vasca idromassaggio esterna avvolte dalla neve e poi piscina e sala relax. 
Un salto in camera per vestirci e andare a una degustazione di vini, e poi un concerto nella piazza del paese a bere del buonissimo vin brulè, quindi a cena per una fantastica fondue e infine in un bel localino a bere, ballare e divertirci… 
Una passeggiata nella neve con la luna piena ad illuminarci nella via verso l’hotel e poi una sana dormita.

La domenica è iniziata da lussuriose, ancora vasca idromassaggio, acqua caldissima e aria fresca per rigenerarci. Fantastico!
Un’abbondante colazione, una passeggiata in paese e poi dritte a pattinare sul ghiaccio!


Quindici anni che non indossavo i pattini. Dieci minuti iniziali di panico, soprattutto considerati i miei problemi al coccige e poi io ed S. mano nella mano sulla pista. Che bellezza! Merenda e infine ritorno verso casa… Esausta ma felice. Molto felice.

domenica 11 dicembre 2011

HO IMPARATO A SOGNARE - Negrita

"Tra una botta che prendo
e una botta che do
tra un amico che perdo
e un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò
C'è che ormai ho imparato a sognare e non smetterò"


Giornate intensissime!
Tutti i buoni propositi di godermi il ponte in tranquillità cercando di riposarmi un pochino e di riprendere le forze per lo sprint finale prima di Natale sono andati in fumo... Considerata l'assenza dei babbioni mi ero immaginata quattro giorni sul divano, a guardare telefilm, leggere libri e rilassarmi... E invece no.

Giovedì una intera giornata con le mie adorate nipotine. 
Abbiamo giocato come matte, pallavolo, balli, vestire le barbie. La più grande tutta emozionata perchè la nonna le aveva portato il giorno prima il tutù che la zia Milla usava quando all'età di 5 anni la spedirono a fare danza...

Precisiamo che sono parecchio sportiva. Adoro tutti gli sport. Ho sempre praticato di tutto, ho sempre guardato tutte le partite, le gare, le corse di questo mondo.
Il mio curriculum parla di 3 anni di nuoto, 6 di tennis e 7 di pallavolo.
Sono sempre andata a sciare, a pattinare, a camminare in montagna, a nuotare in piscina e ancora e ancora. E lo sport è anche il mio sogno professionale.
Però la danza. Ecco la danza proprio non faceva per me. Un anno e poi fortunatamente mamma e papà mi hanno graziata permettendomi di andare a fare altro. Che sollievo. Ciò che rimane di quell'esperienza è la mia nipotina tutta fiera di indossare la mia tutina fucsia e le mie scarpette rosa di allora...
A seguire una serata tutta per me e la mia sorellona. Al cinema per vedere “Midnight in Paris” dell'adorabile Woody Allen, un paio di drink e tante parole con gli amici che si sono uniti a noi e alle 4 tutti a nanna... 



Venerdì una giornata solo per me. Estetista e parrucchiere. LA SVOLTA! 
Rientro pienamente nella statistica che vede le donne andare dal parrucchiere nei momenti di profondo cambiamento della propria vita. Eccomi a confermare la regola. Li ho tagliati. Parecchio. Anzi, più del previsto... Un cambio radicale. Dieci anni di capelli lunghi e ora sono qui che li cerco ma non c'è verso, non ci sono più. Bye bye coda di cavallo!!
Nonostante lo shock sono uscita dal parrucchiere felice come una bambina. Sono arrivata a casa, mi sono guardata allo specchio e ho cominciato a saltare dalla gioia.
Il pomeriggio è finito in soggiorno con Mtv al massimo volume e la sottoscritta a ballare come una matta.
Alle 7 passo a prendere la S. per un'aperitivo che durerà fino alle 3 di notte. Tutti sconvolti per il mio taglio ma anche a ripetermi quanto stò bene, persino il mio adorato M., spaventatissimo dall'idea di questo cambio di look. 

Infine a casa a preparare la valigia, domattina si parte per Crans Montana con la S. 

Ma attenzione al colpo di scena!
Alle 3, sulla soglia di casa mia, qualcuno che mi attende con il mio micione dal pelo candido in braccio. G.

mercoledì 7 dicembre 2011

CHANGES - 2pac

"That's just the way it is
things will never be the same
that's just the way it is..."



Milano. Finalmente a casa. 
Ieri è stata una giornata impegnativa. Ancora conferenza fino alle 11 e poi tutti sul bus. Destinazione, un’impresa sociale a nord-est di Belgrado. In totale due ore e mezzo sul pullman in modalità gita scolastica.  Dopo aver visto lo splendido centro della città è arrivato il momento di scontrarci con la ruvida periferia. 


Palazzi fatiscenti, strade sporche, strutture ancora sventrate dai bombardamenti. Un impatto molto forte. E poi la campagna, l’enorme Danubio e le sue chiatte. 


Infine in aeroporto, imbarco per Roma e successivamente volo Roma – Milano.  
Sono arrivata a casa distrutta, qualche telefonata e parecchi messaggi per avvisare del mio ritorno e poi nanna… 

Stamattina mi sono svegliata con una telefonata di mia mamma che alle 9.30 mi chiedeva se alla sera mi andava di andare a mangiare una pizza con loro… Grazie mamma!! Avevo proprio bisogno di essere svegliata in questo modo. 
Non appena mi è ripartito il cervello mi è subito tornato alla mente il sogno fatto durante la notte. Il solito sogno, quello che mi accompagna da mesi e che ho fatto decine di volte. Io, lei e un bacio… Cambia sempre l’ambientazione, cambia il tempo, il modo in cui accade ma alla fine è sempre quello… 
Il bacio che non c’è mai stato e mai ci sarà. 

E allora non posso fare a meno di chiedermi cosa starà facendo, come starà, se le mancherò, se ogni tanto mi penserà ancora o se sarò finita nel dimenticatoio grazie alla presenza di C. e M. A questo punto mi rimane una sola speranza, riuscire davvero ad andare oltre, a superare tutto questo. Questo non significa dimenticarla. Anzi, me la porterò dentro, sempre. Però devo lasciarmela  alle spalle. Devo riprendere in mano la mia vita. 
Per farlo sono sempre più convinta che sia arrivato il momento di realizzare il mio più grande sogno, quello che mi permetterà di mettere finalmente la parola fine al casino e alla sofferenza che abita dentro di me. Quello che mi aprirà le porte di una nuova vita e di una nuova me stessa. Da oggi tutti i miei sforzi andranno in questa direzione. 
La direzione che voglio dare alla mia vita. 

martedì 6 dicembre 2011

MAKE ME REAL - Sense of Akasha


"It seems to be
more than I can see
and it hurts so bad
when time has passed"

Parti con la valigia ricolma di maglioni strapesanti, di sciarpe e guanti come se dovessi andare al Polo Sud. Poi ti ritrovi ad andare in giro per Belgrado con il cappotto aperto, sciarpa e guanti rigorosamente in borsa e una temperatura inaspettata di 13 gradi… L’unica consolazione è che, come me, hanno fatto tutti i miei colleghi. Almeno non sono l’unica cretina.

La giornata è corsa via veloce. Alle 8 la colazione, ritrovo con la delegazione veneziana che alloggia nel mio stesso hotel, quattro chiacchiere e poi si comincia con la conferenza. 
Pausa per il pranzo e ancora lavoro, fino alle 4 di pomeriggio. 
E poi alla scoperta di Belgrado. 
Una doccia veloce e via per le strade della città con R. e G. i due ragazzi di Venezia. 
Cazzo, piove. Per fortuna G. è dotato di ombrello e gentilmente mi ospita al suo fianco. Visto e considerato il tempo opzioniamo l’aperitivo in un bel localino del centro. 


Alle 7 però non possiamo esimerci dalla cena con il resto del gruppo. Tutti insieme a mangiare piatti tradizionali serbi sorprendentemente buoni. 
Come sempre risate a non finire… 
A seguire una doverosa e quanto mai salutare passeggiata digestiva. 
La fortezza cittadina, con la bella panoramica notturna sul punto esatto in cui il fiume Sava confluisce nell’immenso Danubio, il parco Kalemegdan, le vie pedonali stracolme di negozi che tanto mi ricordano Milano. A farci compagnia una simpatica guida a quattro zampe, ribattezzato “ciccio isede”. Un cane, dolce, scodinzolante e un po’ sovrappeso che ci ha seguiti per l’intera passeggiata… già volevo portarmelo a casa. 


A quel punto, mezzanotte, io, G. e le due ragazze milanesi decidiamo di berci ancora qualcosa. Una bella chiacchierata sull’amore, sui nostri sogni, le nostre storie, i nostri desideri. Tutto questo con C. super fidanzata da una decina d’anni e innamorata come il primo giorno del suo uomo. E poi I., la sua storia di sesso con un amico che vive a Londra (i famosi trombamici esistono davvero!) e poi G. incasinato con le ragazze e alla ricerca di una certa stabilità. Infine io… Devo aggiungere altro? Meglio di no… 



Giornata piena e divertente. 
Anche se, per quanto mi sforzi di non pensare a lei ci sono cose, momenti, situazioni in cui non posso farne a meno. Il caso eclatante di oggi. Sul taxi, radio accesa e a tutto volume gli altoparlanti che suonano Give me everything di Pitbull. La canzone che più di tutte, nella mia mente, è associata a lei. Quella che questa estate E. metteva in macchina ogni volta che passava sotto il mio ufficio. Proprio quella che abbiamo ascoltato insieme mille volte. Una di quelle che questa estate, quando ero a centinaia di chilometri di distanza da lei, mi sparavo nelle orecchie per tutto il giorno, pensando con ansia a quando ci saremmo riviste. E che cazzo…

domenica 4 dicembre 2011

PORTA ROMANA - Giorgio Gaber

"Porta romana bella
Porta romana..."




Live from Belgrade. 
La mia prima volta in questa città e in questa nazione, la Serbia. Un luogo che conosco solo per sentito dire, di cui negli anni scorsi si è parlato parecchio. 
La guerra, la ex Jugoslavia, i bombardamenti, i soprusi, Milosevic, il genocidio… 
Mi vengono in mente solo tristissime pagine di storia, pagine che hanno segnato la mia infanzia e quella di chi, come me, sentiva al telegiornale i racconti pieni di sangue degli anni ’90. 
Oggi sono qui, in questo luogo tormentato, in questo Paese profondamente diverso dall’Italia. Nelle sue strade si respira il dolore che è stato così tanto protagonista dei decenni passati, si vede a occhio nudo l’angoscia e la distruzione che ogni guerra si porta dietro. Sono atterrata a Belgrado questa sera insieme a due ragazze milanese di un’altra società che, come me, parteciperà alla conferenza dei prossimi due giorni. 

Questa è l’ultima tappa internazione di un progetto europeo che ho seguito per l’intero anno. Un progetto che coinvolge enti provenienti da 8 differenti paesi europei e che mi ha portata a visitare luoghi sconosciuti, a conoscere persone nuove, a confrontarmi con tradizioni estremamente diverse dalle nostre. La prima tappa è stata l’Ungheria e precisamente la cittadina di SzombathelyTre giorni che sono arrivati all’inizio del mese di maggio, in uno dei periodi più neri della mia vita, all’indomani del racconto a G. di tutto ciò che rappresentava E. per me. Sono partita il giorno del 25esimo compleanno di E. Quei tre giorni all’estero di sono rivelati inaspettatamente divertenti. Ho conosciuto ragazze (le milanesi) dolci e disponibili, ho conosciuto ragazzi (i veneziani) talmente simpatici da farmi dimenticare per qualche ora tutti i casini della mia vita. 

Poi a ottobre c’è stata la Bulgaria, Varna, a pochi chilometri da dove E. aveva passato le vacanze estive lo scorso luglio. Un viaggio che rimarrà sempre impresso nella mia mente. Sono partita sentendo lei, sentendo lui e con la mia amata nonna in fin di vita, da settimane obbligata a letto a causa di un brutto tumore alla bocca che ha rovinato gli ultimi anni della sua vita. 

Questo viaggio arriva esattamente a due mesi di distanza, in una situazione completamente diversa. Non sento più G. Non sento più E. La mia nonna non c’è più, portata via da quel male lo scorso 7 ottobre. Ho detto addio al mio amore degli ultimi 5 anni. Ho detto addio a un’amica, una persona speciale, che mi ha fatto battere il cuore e che mi ha fatta cambiare tantissimo. Ho detto addio alla persona più vicina al mio modo di essere che sia mai esistita e che mai esisterà. Ci dividevano 63 anni, vite completamente differenti. Eppure era lei a capirmi perfettamente. Sempre e comunque. Il mio angelo custode…

E allora la canzone di oggi è d’obbligo. Il suo cantante preferito. 
Dedicata a te nonna. Ti sento sempre.

venerdì 2 dicembre 2011

WITHOUT YOU - David Guetta featuring Usher

"I will never be the same 
without you, without you..."




Dunque... iniziamo facendo un passo indietro e tornando a ieri sera.
Allenamento. Sedermi da sola sulla panchina per cambiarmi, quella che era la nostra panchina, non è stato proprio bellissimo. Quattro chiacchiere con le altre e poi, corri corri, ho iniziato a pensare: con chi faccio gli esercizi? con chi mi metto in coppia? Panico? Abbastanza...

Fortunatamente ci ha pensato il nostro allenatore con la frase: formate dei terzetti!!
Ecco, per fortuna. Io, C. e M... Divertente! 

Non me l'aspettavo ma è andata piuttosto bene. Non mi sono fatta troppe seghe mentali, ho scherzato e riso come al solito anche se ovviamente con altre persone e non con lei. E di una cosa sono certa, mi mancherà tanto ridere insieme a lei... Era proprio bello...
E poi alla fine dell'allenamento tutte a casa di M. a mangiare una pizza come da programma.
Il fuori programma è che a casa di M. c'era anche lei, E. 

SBAM!!... (citazione d'obbligo)


Rivederla è sempre bello. Io un po' sulle mie, soprattutto all'inizio.
Non è semplice per me affrontare questa situazione. Ero tanto contenta di vederla ma in un piccolo angolino della mia mente pensavo... "così non me la leverò mai dalla testa". Invece siamo riuscite anche a scherzare insieme (incluse un paio di frecciatine che le ho tirato e che ormai sono il mio marchio di fabbrica), senza patire troppo la cosa, senza arrivare a casa troppo frastornata.



Certo è che pesa da morire non sentirla. Non sapere se sta bene o no, non sapere quando farà la risonanza magnetica e quando l'operazione. Per questo ho deciso di non lasciare la pallavolo. In questo modo posso avere tutti gli aggiornamenti che voglio su di lei dalle altre ragazze. Certo, mi gira il culo sapere le cose dalle altre però va bene così, in questo momento mi basta. 
Ora mi aspetta una settimana impegnativa. Weekend milanese con tappa a Bergamo domani a pranzo a trovare la mia adorata amica e collega M. con il suo pupetto di poco più di un mese (proprio lei che scalpita per sapere gli aggiornamenti sulla mia atroce vita sentimentale). E poi domenica sera si parte, Belgrado per due giorni interi... Aiuterà?? Speriamo...


P.S. la canzone di oggi è d'obbligo. Oltre ad amarla profondamente è proprio quella da cui ho estratto la frase che ieri sera ho scritto sul muro di M. A chi mai sarà dedicata?

giovedì 1 dicembre 2011

JUST FEEL BETTER - Santana featuring Steve Tyler

"And I can't find my way
girl I need a change
and I do anything that just feel better
any little thing that just feel better"




Bilancio del primo giorno: sopravvissuta!
Tra alti e bassi sono arrivata alla fine della giornata. Ci sono stati sorrisi, addirittura qualche risata, parecchi sospiri molto molto profondi, un paio di sguardi fissi nel vuoto però alla fine ne sono venuta a capo senza lacrime, crisi esistenziali, annessi e connessi. Mi sono alzata dal letto, sono andata in ufficio, sono tornata a casa. Poi cena con V., puntata di Masterchef e infine nanna.
Stamattina, mentre percorrevo la strada che mi portava dalla fermata del bus fino in ufficio, ho pensato al Natale. Il mio periodo preferito dell'anno, in cui mi sembra che il mondo sia magico, in cui faccio fatica ad incazzarmi perchè è troppo bello andare in giro felici e sorridenti, come è troppo bello andare alla ricerca del regalo perfetto per tutte le persone a cui vuoi bene. E poi le cene e i pranzi con la famiglia riunita, le nipotine che saranno al settimo cielo, le giornate in casa a leggere davanti al camino con una tazza di thè caldo tra le mani, e poi forse (si spera) la neve... Ecco, mentre mi scorrevano nella mente tutte queste splendide immagini, mi è sorta spontanea una domanda: da quanto non passo il Natale sfidanzata? Ammetto che ci sono voluti un bel po' di secondi (e pure di calcoli) per arrivarci e, alla fine, il verdetto... 13 anni!
Avevo 15 anni quando ho passato l'ultimo Natale da single. Ero poco più di una bambina!! Praticamente un secolo fa...
Ovviamente la sensazione predominante dopo questa "rivelazione" è stata: ammazza quanto sono vecchia! Una vera babbiona!! Poi ho iniziato a pensare a come sarà questo Natale. Un paio di punti fermi ci saranno: la meravigliosa cena del 24 sera con gli amici, così che al rintocco della mezzanotte saremo tutti belli allegri e contenti a festeggiare. Il 25 rigorosamente in famiglia e poi dal 26 in avanti? Sicuramente sarò a casa da sola perchè i vecchiardi partiranno per la Francia e allora... Vedremo...
Un po' come vedremo cosa succederà questa sera, in occasione del mio primo allenamento senza di lei. Non riesco minimamente a prevedere il mio stato emotivo, mentre un pochino mi sento male quando penso che da ora in poi dovrò prendere il suo posto e fare la centrale. Della serie, poca responsabilità quella di dover rimpiazzare proprio lei...
E allora ancora una volta vedremo come andrà...