I remember you said,
Sometimes it lasts in love
but sometimes it hurts instead"
Una passeggiata in bianco e nero lungo un viale alberato di Parigi. Adele cammina, si ferma a guardare la Senna e canta. Canta con quella sua voce meravigliosa. Canta parole struggenti, parole di un grande amore finito. E non poteva esserci attrice migliore di se stessa per interpretare il video di questa canzone. I suoi occhi così espressivi lasciano trasparire un dolore ancora fresco, ancora vivo.
Questa per me è LA CANZONE. Un capolavoro. Una dei quelle canzoni che ascolti a ripetizione, di cui ti sforzi di capire ogni singola parola, in cui ti immedesimi. E così è successo anche a me. L'ho sentita e risentita. L'ho fatta mia, perchè calzava a pennello con la fine della mia storia con G.
Poi succede che proprio G. a Natale mi regali tre giorni da vivere insieme a Parigi.
Ci ho pensato una notte intera, o meglio, quel che restava della notte tra 24 e 25 dicembre con la consapevolezza che in entrambi i casi mi sarei sentita una stronza. Una stronza ad accettare e andare in vacanza con lui senza volerci tornare insieme. Una stronza a dargli buca e fargli buttare i soldi spesi.
Ci ho pensato una notte intera, o meglio, quel che restava della notte tra 24 e 25 dicembre con la consapevolezza che in entrambi i casi mi sarei sentita una stronza. Una stronza ad accettare e andare in vacanza con lui senza volerci tornare insieme. Una stronza a dargli buca e fargli buttare i soldi spesi.
Ho fatto le valigie. Sono partita.
Il primo giorno lo abbiamo passato facendoci i chilometri a piedi tra gli Champs Elysees, l'Arco di Trionfo, il Louvre, Rue de Rivoli, Place de la Concorde...
E poi alla sera il Moulin Rouge, Pigalle e i suoi sexy-shop...
E poi alla sera il Moulin Rouge, Pigalle e i suoi sexy-shop...
Decine di chilometri su e giù per Parigi.
La Torre Eiffel, ancora Place de la Concorde, Notre Dame de Paris, Saint Germain.
Ma soprattutto ore a vagare senza meta, a perderci per vie sconosciute di Parigi. Luoghi fuori dalle guide, luoghi comuni ma di una bellezza indescrivibile, luoghi che ci resteranno nel cuore.
E poi, con il calare del sole, siamo saliti sulla ruota panoramica... Panico. Una paura mortale... (com è che un tempo ero impavida e ora sono diventata un seghino? Qualcuno me lo può spiegare???)
La Torre Eiffel, ancora Place de la Concorde, Notre Dame de Paris, Saint Germain.
Ma soprattutto ore a vagare senza meta, a perderci per vie sconosciute di Parigi. Luoghi fuori dalle guide, luoghi comuni ma di una bellezza indescrivibile, luoghi che ci resteranno nel cuore.
E poi, con il calare del sole, siamo saliti sulla ruota panoramica... Panico. Una paura mortale... (com è che un tempo ero impavida e ora sono diventata un seghino? Qualcuno me lo può spiegare???)
Infine, alla sera, siamo finiti a mangiare in un favoloso ristorante, molto caratteristico, popolato da parigini radical chic (tanto è vero che le voci dicono sia il ristorante preferito del grande Johnny Deep).
L'ultimo giorno ci siamo persi tra il Sacro Cuore e il quartiere di Montmartre...Meraviglioso!
Su e giù per le stradine affollate, i bistrot che sfornano crepes di ogni tipo, pittori in ogni angolo e poi la galleria interamente dedicata a quel genio di Salvador Dalì.
Su e giù per le stradine affollate, i bistrot che sfornano crepes di ogni tipo, pittori in ogni angolo e poi la galleria interamente dedicata a quel genio di Salvador Dalì.
Una città splendida.
Tre giorni bellissimi.
E un pensiero... E se, dopo tutto...