giovedì 31 maggio 2012

BEST THING I NEVER HAD - Beyoncè

"I wanted you bad
I’m so through with that
Cuz honestly you turned out to be
the best thing I never had
You turned out to be
the best thing I never had
And I’m gon’ always be
the best thing you never had"


Era il lontano 18 gennaio.
Più di quattro mesi senza parlare di di E. L'ultimo post a lei dedicato risale proprio al freddo gennaio (era davvero freddo? Mi sa che ho rimosso...).
Un post colmo di rabbia, di amarezza, di delusione. 
Un post che a rileggerlo mi fa venire la pelle d'oca e pensare “ammazza quanto ero incazzata. Direi nera!!”. E lo dico con il sorriso sulle labbra e con la consapevolezza che la sottoscritta non cambierà mai. 
Sarò sempre, fino all'ultimo dei miei giorni, come il mio adorato papà, ovvero un pentolone di fagioli. Io mi incazzo sul serio, urlo, piango, mi dispero come una pazza.
Poi, piano piano, inizio a vedere le cose un pochino più da lontano, più nitide e con un certo distacco, senza farmi prendere dall'istinto e allora mi trovo a rielaborare tutto. 

Ho fatto settimane senza rivolgerle la parola quando passava a salutare le altre ad allenamento, senza guardarla in faccia, semplicemente ignorandola. 
Poi, con il passare dei mesi la rabbia è passata, la delusione è diminuita e sono tornata “serena”, tanto da parlarle, da scherzare con lei in tutta tranquillità. 
Sono psicolabile? Forse si...
Però di una cosa sono certa. Sono molto contenta di aver perso l'incazzatura nei suoi confronti, sono contenta di riuscire a parlarle come se nulla fosse, sono contenta di non vivere più quel dramma di vita che vivevo fino a qualche mese fa in un turbine di insicurezza, gelosia, frustrazione ed eccitazione... troppa fatica persino per me...

La canzone di oggi la ascolto molto spesso, soprattutto nelle ultime settimane, ed è dedicata a lei. 
E' dedicata a lei ma senza il risentimento che si legge nelle parole di Beyonce, in tutta tranquillità, senza rimpianti ma con la certezza che alla fine le cose siano andate nel verso in cui dovevano andare. 
Ho capito, e ce n'è voluto tanto di tempo ma ci sono arrivata, che mi sono arrovellata il cervello inutilmente per mesi cercando di capire i segni del destino, quale strana forza mi avesse messo E. sul cammino e per quale inspiegabile ragione. 
Ora, che di farmi le seghe mentali non ho più voglia, penso solo e unicamente al fatto che tutto serve nella vita. 
Tutto: le delusioni, gli amori non corrisposti, le liti, gli abbandoni, le partenze e i ritorni, perchè tutto fa brodo nel costruire le persone che siamo. 
E io, senza di lei e tutto quello che è successo nell'ultimo anno e mezzo, non sarei sicuramente quella che sono. Sarei seduta nel mio ufficio con un bel diamante al dito, un matrimonio da organizzare e una vita da pianificare. 
E invece passo le giornate a parlare/leggere/ascoltare inglese, a controllare i voli aerei che mi porteranno dall'altra parte del mondo e a pensare che non mi importa sapere dove sarò tra un anno... 
Chi vivrà vedrà e io, ora, non rinuncerei mai alla mia vita e non la cambierei con quella di nessun'altro. Evviva!!

martedì 29 maggio 2012

MILANO MILANO - Articolo 31

"E devo a te quello che sono
e alle luci di un tramonto sopra piazza del Duomo
sei troppo bella per dirti addio
tu chiami e poi noi tutti ubbidiamo
e tra chi nomina il tuo nome invano
ci sono anch'io
Milano Milano
nel tuo veleno che noi respiriamo
ci sono anch'io
Milano Milano
tra la ringhiera e il sogno Americano
ci sono anch'io
Milano Milano"


Signore e signori sono lieta di presentarvi la versione anglosassone di me stessa medesima. Ecco, forse così esagero, non è che me ne vada in giro bianca cadaverica con la bombetta in testa, vestiti improponibili addosso e l'ombrello al braccio.
No, quello mai, solo che nelle ultime due settimane ho deciso di provare a vivere come se fossi a Londra invece che a Milano.
E così in pausa pranzo o al termine di una lunga anzi eterna giornata al lavoro corro in Porta Venezia, prendo a noleggio la mia bella (????) bicicletta gentilmente offerta dal Comune di Milano e me ne vado a spasso per la città. 
E poi, ancor meglio, stò seriamente iniziando a frequentare i parchi cittadini...
In pausa me ne vado ai giardini di Palestro, mi trovo un bell'angolino di prato e, letteralmente, mi svacco al sole. 
Ne riemergo un'ora dopo con la bolla al naso, le orecchie fuse per la musica ascoltata ad altissimo volume e, ovviamente, zero voglia di tornare al lavoro.
E pazienza se i due metri quadrati da me attentamente selezionati per il riposino siano gli stessi che tutti i migliori cani di Milano hanno scelto per i loro bisognini...“tutti anticorpi” direbbe la mamma...
Insomma mi mancano solo le serate ad ubriacarmi di birra al pub per sembrare una vera english girl. 

E tutto questo perchè?
Perchè ancora non so fino a quando lavorerò, di sicuro sarò qui nei mesi di giugno e luglio, ad agosto giusto un paio di settimane al massimo e poi ci sarà il mio personale bye bye a Milano. E anche se i buoni propositi di solito si esprimono all'iniziobarrafine dell'anno, io che sono sempre controtendenza li faccio a metà maggio... 
Ecco il buon proposito di questi giorni... Godermi le ultime settimane in questa città, assaporarne fino all'ultimo tutti i gas di scarico e lo smog (scherzo... più o meno...), viverne gli angoli più speciali, i luoghi che in questi anni mi sono entrati nel cuore e che mi hanno fatto innamorare di questa città, i posti che mi hanno tenuto compagnia come una coperta calda.
Quindi, se mi doveste veder girovagare con aria sognante al parco mentre fotografo ogni singola margherita o granello di sabbia non vi preoccupate... non è nient'altro che il mio personale ARRIVEDERCI a Milano... (o meglio “addio per un po'” cit.)

martedì 22 maggio 2012

SHINY HAPPY PEOPLE - Rem

Shiny happy people laughing
Meet me in the crowd
People, people
Throw your love around
Love me, love me
Take it into town
Happy, happy
Put it in the ground
Where the flowers grow
Gold and silver shine”



“Vuoi venire a vedere il milan?”
Questa è una delle domande che hanno segnato la mia vita. 
Da quando sono nata tifo Milan, figlia di un tifosissimo del milan, nipote di un altrettanto tifoso del milan. 
E da quando ho 6 e dico 6 anni frequento con una certa continuità S.Siro perchè il calcio è bello, meraviglioso e straordinariamente coinvolgente, soprattutto se visto dal vivo. 
Il mio amore per lo sport è iniziato proprio qui, in coincidenza con l'amore per il Milan.
Il rito della domenica con la partita allo stadio bardata come il peggiore degli ultras in compagnia del papà, molto più elegante e trattenuto della sottoscritta, e poi a casa a vedere novantesimo minuto e la gazzetta comprata il giorno dopo, soprattutto quando la vittoria era di quelle importanti.
La mia più grande passione è, quindi, merito solo del papà che mi ha cresciuta come fossi un piccolo maschietto, a pane e sport, sia da vedere che da praticare.
Si, perchè a parte il calcio non mi sono mai persa un gran premio di formula1, una partita di tennis di uno dei grandi slam e soprattutto una partita di basket Nba. Erano gli anni di Jordan, il più grande giocatore di basket della storia, l'unico, l'immenso e inarrivabile.
Io me le ricordo bene le litigate che volavano a casa mia quando con mio papà stavo sveglia fino a tardi per vedere i playoff di Nba.
Me la ricordo mia mamma che urlava come una pazza contro il papà ricordandogli che il giorno dopo c'era scuola e che, tra le altre cose, ero una ragazza, non un maschio.

E allora quando lo scorso venerdì il capo mi ha chiamata per chiedermi se volevo andare a vedere i playoff del campionato italiano che si fa? Si chiama il papà, logico. Si va a casa di corsa, si indossa qualcosa di più adatto e si corre al Forum a vedere l'Olimpia Milano...
Una serata bellissima, passata con lui, l'uomo della mia vita. Una serata come ne abbiamo passate mille, con tanto di rito panino pre/post partita, perchè in fondo, ne sono certa, nulla è cambiato e nulla cambierà mai. 

Il nostro rapporto è fatto così, di poche parole ma tanti momenti da vivere insieme.
Io e lui non ci siamo mai detto quanto ci vogliamo bene, non ci siamo mai abbracciati stretti stretti. Io e lui comunichiamo in modo diverso: andando alle partite insieme, guardando le partite insieme, andando insieme persino ai concerti.
Lui sa quanto lo amo e io so quanto lui mi ama.
Certo ci sono stati momenti in cui nonostante il suo essere un orsetto mi ha lasciato guardare in faccia i suoi sentimenti, uno su tutti, il giorno della mia laurea, perchè io così felice non l'ho mai visto il mio papà. Felice felice felice, orgoglioso, soddisfatto, fiero di me.
Gli si leggeva tutto in faccia e a renderlo ancora più evidente il fatto che si sia vantato con tutti, ma proprio tutti, della laurea con lode della sua bambina.
E allora me li godo tutti questi momenti insieme a lui, fino all'ultima goccia e con una lacrimuccia che scende dagli occhi, perchè lo so che lui è l'unica persona al mondo per cui rinuncerei a partire, lui è la persona più importante ma, fortunatamente, è anche la persona più contenta della mia scelta.

P.S. Questa canzone... questa canzone e soprattutto il video di questa canzone me li ricordo in ogni singolo dettaglio. Così come mi ricordo bene io e mia sorella ballare come matte in soggiorno quando passava in tv mentre il papà rideva seduto sul divano a guardarci. Avevo 8 anni e la vita davanti...

martedì 15 maggio 2012

NOT AFRAID - Eminem

"And I just cant keep living this way
So starting today, Im breaking out of this cage
Im standing up, Imma face my demons
Im manning up, Imma hold my ground
Ive had enough, now Im so fed up
Time to put my life back together right now"

La mail più desiderata della mia vita...  Eccola nella mia casella di posta.
Ore 21:57:57 di lunedì 14 maggio 2012.
Non ci penso nemmeno un secondo, la apro incrociando le dita e con il cuore che batte a mille.
Una mail lunga tre pagine, ma i miei occhi corrono alla ricerca della frase che desidero con tutto il cuore e che dice:

This is to advice that you have been granted a Working Holiday Visa, Subclass 417, on 15 May 2012. This letter contains important informations about this visa.


Tutto il resto è un di più, righe su righe da leggere con calma pur sapendo già cosa ci sarà scritto.
E allora mi godo questo puro e autentico momento di gioia, consapevole che i 270 dollari australiani spesi per ottenere questo visto sono i meglio spesi della mia vita!!
E con il visto in mano, primo passo concreto per la realizzazione del sogno, la mia testa e il mio corpo si riempiono di emozioni indescrivibili, di sentimenti impossibili da mettere su carta o schermo.
Però una cosa è certa, ora so che una mail può regalare davvero la felicità...

giovedì 10 maggio 2012

GOOD MORNING BABY - Dan Wilson

"See the stars and all the planets
Fly the great wide world and have it all
Yeah, better get a ticket
better get in li-i-ine
I'm praying now for beautiful weather
Take a car and drive forever but I'm
Only ever sitting at the traffic li-i-ight
And all the world to see is too much
sometimes for me"


Un vero e proprio salto nel passato... E d'altronde era inevitabile...
Chi mi conosce bene lo sa. Per i film così come per le canzoni ho qualche serio problema nel definire il mio preferito, quello a cui non riuscirei mai a fare a meno.
Ecco, per quanto riguarda i film il discorso è particolarmente complesso.
Ci sono film che ritengo veri e propri capolavori, capaci di farmi emozionare, di farmi sognare, di farmi riflettere. Di solito si tratta di opere in cui riesco prima a ridere e poi a piangere o viceversa. E di questo tipo ne posso citare parecchi: Gran Torino di Clint Eastwood, Sabrina di Billy Wilder, La Finestra sul Cortile di Alfred Hitchcock, Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, Dersu Uzala di Akira Kurosava, Forrest Gump di Robert Zemeckis, La 25esima ora di Spike Lee, Tutto su mia madre di Pedro Almodovar e potrei continuare molto a lungo.

E poi ci sono film a cui sono legata in modo indissolubile e sempre lo sarò.
Si tratta di film che non sono e mai saranno considerati dei capolavori ma che per una ragione o per l'altra fanno parte di me.
Il primo della lista è sicuramente E.T. di Steven Spielberg.
Un film che ho visto cento volte, che i miei genitori erano andati al cinema a vedere e che in casa mia non è mai mancato. A spiegare ancora di più il mio personale legame con questa opera è un aneddoto di qualche anno fa. Il film (uscito nel 1982), in occasione del ventennale venne restaurato, rimasterizzato ecc e per questo inserito in un dvd special edition che mio padre non ha mancato di regalarmi. Ebbene io E.T. lo guardavo praticamente tutte le sere, addormentandomi sulle sue battute e finendo per saperlo interamente a memoria. Ed ecco l'imprevisto: un giorno i ladri hanno svaligiato la nostra casa e tra i tanti valori che si sono portati via uno di questi era il lettore dvd con dentro, neanche a dirlo, proprio il mio E.T.
C'è poi Quattro matrimoni e un funerale, altro film cult della mia famiglia, visto migliaia di volte senza mai evitare di trovarlo gradevolissimo.

E infine signore e signori... rullo di tamburi.... American Pie.
La commedia americana volgare e un po' cretina? Esatto, proprio quella.
Film uscito nel 1999 e visto in dvd, sul divano di casa, con il fidanzatino di allora...
E fu subito amore.
I protagonisti erano al liceo, alle prese con le prime esperienze sessuali, con l'amore, con l'università alle porte e con la loro stessa amicizia. 
Io? Esattamente nella stessa situazione. A farmi appassionare ancor di più al film ci ha pensato lo scambio culturale organizzato tra la mia classe e una scuola americana in perfetto stile american pie che mi ha fatto vivere per alcune settimane proprio in modalità Usa.
E allora ecco uscito al cinema American Pie ancora insieme
Reunion di tutta la banda, con tutti ma proprio tutti i protagonisti. Potevo perdermela? Mai!! E quindi ieri si va al cinema in una sala traboccante di ragazzini, adolescenti che all'epoca del primo film della saga andavano, forse forse, alle elementari.
E invece io li ho vissuti davvero quegli anni. 
Gli anni precedenti all'attacco alle torri gemelle del 2001, anni in cui il terrorismo non faceva così paura, in cui si viaggiava negli Usa a cuor leggero pensando che non sarebbe mai potuto succedere niente del genere. Anni in cui l'America era la terra promessa, il sogno di tutti noi europei, il luogo più figo del pianeta.
Sono passati tredici anni e io, come i protagonisti del film, non studio più e sono costretta a fare i conti con il lavoro, con la vita “da grandi”, con le paure e le insicurezze di cui non possiamo più fare a meno. Eppure a parte questo non riesco proprio a invidiare i ragazzini di oggi o la mia vita di allora. Certo, sono stati anni meravigliosi ma che non riesco asolutamente a rimpiangere. Solo ora, infatti, sto iniziando a mettermi in gioco davvero, a mettere in dubbio chi sono veramente e chi voglio diventare. Insomma, mi sento in pieno fermento, come se fino ad ora fossi sopravvissuta mentre, tra circa quattro mesi, inizierò per davvero a vivere la mia vita... Insomma scalpito sempre più!



P.S. La canzone che ho scelto (meravigliosa!!) fa parte proprio della splendida colonna sonora del primo film. 

martedì 8 maggio 2012

BACK TO LIFE - Giovanni Allevi


La domanda cui cercherò di rispondere è la seguente: 

“Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all’altro?”
" L'Australia intera poteva, almeno in teoria, essere letta come uno spartito.
Non c’era roccia o ruscello, si può dire, che non fosse stato cantato o che non potesse essere cantato”.
 

"Le piste del Sogno sono invisibili ai bianchi e solo gli aborigeni possono cantarle, una terra non cantata è morta, per questo i canti non vanno dimenticati, né l’ordine dei versi va invertito, perché sarebbe come procurare un terremoto. Su questi concetti s’innesta il nomadismo delle tribù aborigene: l’Australia è un paese deserto, muoversi significa sopravvivere, il walkabout – così chiamato dai bianchi – è in realtà una sorta di telegrafo, che diffonde messaggi tra popoli che altrimenti non si vedrebbero mai. Anche il baratto, le merci sono occasioni per incontrarsi, danzare, cantare, condividere idee e risorse, ma il baratto principale è quello dei canti. La musica resta uguale e oltrepassa le barriere linguistiche."
"Le Vie dei Canti" di Bruce Chatwin

P.S. il meraviglioso libro che sto leggendo ora... a poco più di 4 mesi dalla partenza

sabato 5 maggio 2012

TU CHE SEI PARTE DI ME - Gianna Nannini e Pacifico

"Tu che sei parte di me
e lasci fuochi, piccole tracce
per riportarmi a casa
Tu che sei parte di me
Ultima luce, ultima insegna accesa..."


E’ bastato fare una di quelle azioni meccaniche che ognuno di noi svolge quotidianamente innumerevoli volte per farmi scoppiare a piangere.
Ho semplicemente aperto il frigorifero. 
Ho aperto il frigo per prendere una bottiglia di acqua naturale con cui dissetarmi. 
Ho aperto il frigo e l’ho vista, la confezione di formaggini Tigre. Quella che tutti conoscono, gialla, tonda con dentro il formaggio svizzero diviso in spicchi. 
Ho aperto il frigo, ho preso l’acqua, ho visto la scatoletta gialla, ho richiuso il frigo ed era troppo tardi. La testa aveva già cominciato a frullare vorticosamente ricordi e pensieri.
E così è un attimo. Sempre io, solo in versione bambina.  
Io che entro a casa della nonna. 
Lei che, per l’appunto, apre il frigo e tira fuori proprio quella scatoletta gialla. 
Lei che mi porge uno spicchio e mi chiede se voglio anche una “michetta”. 
No, grazie nonna, non voglio il pane, mi basta il formaggino. 
E poi, magari, dopo ne prendo un altro…

7 mesi dalla sua morte. 7 mesi e non riuscire a farsene una ragione perché tu la consideri sempre viva, perché ti sembra impossibile che lei non ci sia più, per davvero. 
Ok, sono 7 mesi che non le parli, ma in fondo non è nemmeno così vero. 
Tu le parli, ogni giorno, sempre. 
Le spieghi come va la tua vita. 
Le spieghi il tuo senso di smarrimento perenne. Il perché senti il bisogno di fare la valigia e scappare via da tutto. 
Le spieghi perché senti di non avere nulla anche se hai tutto. 
E hai sempre la certezza che lei sia l’unica che capisce veramente. 
L’unica e la sola capace di comprendere quello che stai provando davvero.